Vai al contenuto

per chi gi‡ li ha conosciuti...


Eros

Messaggi raccomandati

...e per chi, spero, li conoscerà presto :s02:

 

comandanti.jpg

 

da sinistra: Cav. EMILIO FILIPPI - Com.te MARIO ROSSETTO - Com.te SERGIO PARODI

 

La foto mi è stata gentilmente spedita da Filippi sabato scorso: è stata scattata in uno dei tanti loro incontri settimanali.

 

Leggo dalla dedica: "...rappresentano individui di una certa età ma rimasti sempre giovani nello spirito..."

 

:s15: :s15: :s15:

 

rimango tutte le volte commosso ... GRANDI SOMMERGIBILISTI

Link al commento
Condividi su altri siti

Conosciuti...per mia grande fortuna insieme a Andrea e Betasom...

 

voi pensate ai racconti di Totiano poi aggiungete sopra una tonnellata di bombe di profondità...racconti di Diesel e Oceano!

 

Facemmo brutta figura, andando via alle 8 di sera dopo 4 ore di racconti serrati....

 

Sono patrimonio dell'Italia sommergibilistica....e non solo!

:s15: :s15: :s15:

Link al commento
Condividi su altri siti

Ricordo anche un piccolo accenno del Com.te Rossetto...cerca cerca eccolo quà!

 

BASE OPERATIVA "X" (COLLEGAMENTO CON L'ITALIA OCCUPATA)

 

La Spezia, gennaio 1944 - La Spezia, aprile 1945

Comandante: T.V. Gustavo Fracassini (dal 7 novembre 1944 al 4 febbraio 1945)

T.V. Mario Rossetto

 

Costituita per lo sbarco ed il recupero di informatori nel Sud Italia

 

Dal suo Libro...

 

Quando ebbi terminato, a Fiume nel dicembre 1942, il mio tirocinio di Comandante alla Scuola Sommergibili il Comandante Agostini, prima di inviarmi in licenza, mi chiese di segnalargli quale destinazione avrei preferito: risposi che non avevo preferenze. In realtà non era così. Avevo trascorso parecchi mesi in Atlantico, alla base di Bordeaux e in missione col Tazzoli, ed avrei certo preferito tornare laggiù anziché essere destinato su Sommergibili operanti in Mediterraneo; ma per un certo fatalismo che guidava le mie azioni durante la guerra preferii non influire minimamente sulla mia sorte futura. E tale modo di agire in questa occasione fu senza dubbio agevolato da alcune considerazioni. La prima, che l’unica volta in cui mi era capitato di chiedere la destinazione preferita non si era tenuto affatto conto del mio desiderio (era accaduto nel maggio del 1940, al termine del Corso di specializzazione in Armi Subacquee: avevo chiesto di imbarcare su Mas o su Sommergibili e fui invece destinato sull’incrociatore Attendolo); l’altra che nella quasi totalità dei casi gli allievi della Scuola Comando non venivano destinati in Atlantico direttamente, ma dovevano prima svolgere un certo periodo di attività in Mediterraneo. E un’altra volta ancora quando, durante un’esercitazione con i “Maiali” a Bocca del Serchio, avendo l’Amm. De Courten e il Comandante Moccagatta scoperto che io soffrivo il mare ed avendo concluso che se soffrivo il mare sulle navi di superficie lo avrei maggiormente sofferto sui sommergibili, dove non ero mai stato imbarcato, mi lasciarono libero dal reparto dei Mezzi d’Assalto; e Maripers “naturalmente” aveva deciso destinandomi proprio all’imbarco sui sommergibili.

Così mi recai in licenza a casa, dove trascorsi le Feste Natalizie e dove mi raggiunse il solito telegramma che mi ordinava, questa volta, di presentarmi a Roma il 2 gennaio 1943 con due fotografie per il passaporto. Era la stessa procedura già seguita un anno prima, e compresi così di essere stato destinato in Atlantico.

A Roma mi comunicarono che avrei dovuto assumere il comando del R° Smg. Bagnolini. Dico la verità, in un primo tempo la cosa non mi piacque gran che. Il Bagnolini aveva avuto fino ad allora scarsi successi ed aveva fama di non essere mai rientrato da una missione senza essere stato fatto segno a nutrite scariche di bombe di profondità. Poi a poco a poco i miei pensieri si orientarono diversamente. “Se pur prendendo tante bombe – mi dicevo – il Bagnolini è sempre rientrato, è segno che si tratta di un battello fortunato”. E quando giunsi a Bordeaux, alla base di Betasom, ero lieto della destinazione che mi era toccata.

Nel frattempo però si erano verificate a Betasom alcune circostanze che dovevano modificare le decisioni prese a Roma nei miei riguardi e che mi portarono ad assumere il comando del Smg. Finzi anziché quello del Bagnolini.

Un mese prima di me aveva terminato la Scuola Comando il Tenente di Vascello Amendolia, già Ufficiale in 2a del Barbarigo all’epoca in cui Grossi aveva dichiarato di aver affondato una corazzata americana. Grossi gli aveva promesso di lasciargli il comando dell’ormai famoso sommergibile; ma mentre ancora Amendolia stava compiendo il tirocinio di comando, l’Ammiraglio Legnani, Comandante in Capo della Squadra Sommergibili (Maricosom), aveva assegnato il Barbarigo in premio a Rigoli, che ne era stato il Tenente (Ufficiale in 2a) prima di Amendolia, e che si era tanto distinto in una ardita azione col Smg. Platino dentro la rada di Bougie. Cosicché giungendo a Bordeaux Amendolia aveva trovato pronto non il Barbarigo ma il Finzi, e con esso aveva dovuto partire in missione.

Questa sua missione però fu di breve durata: non arrivò ad oltrepassare le Isole Canarie perché tante avarie si erano verificate in pochi giorni, ed alcune così gravi e non riparabili con i mezzi di bordo, che dovette rientrare alla base prima della metà di dicembre. Trovò a Betasom il Comandante Grossi che da pochi giorni aveva assunto il Comando delle Forze Subacquee Italiane in Atlantico, in sostituzione del Contrammiraglio Polacchini. Amendolia, non ancora dimentico dello scacco subito col Barbarigo, e vista la malasorte che sul Finzi lo aveva perseguitato, chiese a Grossi di lasciare il Finzi e di prendere il Bagnolini, che nel frattempo stava per essere approntato. Grossi naturalmente lo accontentò.

Fu così che arrivando a Betasom io mi trovai destinato a prendere il comando di un battello al quale non avevo mai pensato. E poiché mi ero ormai già spiritualmente adattato al sommergibile destinatomi da Maricosom, sulle prime la faccenda non mi garbò. È da notare che neanche il Finzi godeva di eccessiva buona fama. Sino ad allora aveva riportato successi soltanto in una delle parecchie missioni compiute, e precisamente con il C.te Giudice nella prima missione lungo le coste dell’America Centrale. Inoltre era uno dei più grossi e più vecchi battelli che avevamo in Atlantico, gemello del Tazzoli e del Calvi (già perduto), poco maneggevole e con i motori talmente esauriti da non poter superare, nelle condizioni più favorevoli, la velocità di 14 nodi. Per di più un grosso inconveniente era la notevole produzione di fumo dai motori, specialmente alla messa in moto e sotto sforzo, cioè quando più necessario sarebbe stato non farne. E infine il suo difetto forse più grave, quello di fare la rapida immersione in un tempo enormemente lungo: quando si doveva sfuggire ad un attacco o ad un avvistamento l’attesa di oltre un minuto anziché di 30 secondi e anche meno (come succedeva ai battelli di più recente costruzione) poteva essere proprio una questione di vita o di morte.

Il Bagnolini invece se non altro aveva il pregio di essere veloce e di avere dei motori efficienti.

Con tutte queste considerazioni si comprende facilmente il desiderio di Amendolia di cambiare il Finzi con il Bagnolini; e si comprende anche come io di ciò non potessi esser lieto ritenendo a buon diritto che Amendolia, valendosi della sua amicizia con Grossi, mi avesse “fatto le scarpe”.

Ma il Maggiore del Genio Navale Fenu, capo dei servizi tecnici della Base, in tale occasione ebbe a dirmi: “Al tuo posto non farei nulla per avere il Bagnolini piuttosto che il Finzi”, intendendo dire che sia l’uno che l’altro avevano pregi e difetti. Io, ancora una volta accettando la sorte, finii per assumere il comando del R° Smg. Giuseppe Finzi. Era il 22 gennaio 1943: quello stesso giorno compivo 28 anni. E di una cosa, forse più di ogni altra, ero fiero: di essere il più giovane dei Comandanti dei Sommergibili italiani che operavano in Atlantico.

 

:s15:

 

:s02: :s02: :s15:

Link al commento
Condividi su altri siti

Visitatore GV_manomano
Con SILENT HUNTER II potete entrare nei sistemi satellitari transazionali delle banche e per missione giocare con i soldi della gente? E' PUR VERO

 

Si' in effetti e' proprio cosi': io personalmente ho

giocato per mesi su WPL scommettendo Bond Argentini

e della Parmalat (non miei ,e' chiaro) con un cinese.

Dato che ho sempre perso, il risultato lo conoscete

tutti. Mi spiace.

 

manomano

 

Ps: BioChipNavigator , ti faccio osservare che questa

non e' la sezione dedicata ai problemi finanziari.

Posta nella sezione adeguata. Grazie

 

Venendo invece alle cose serie, mi sembra

che i tre vegliardi siano piu' che combattivi.

Mi ricordano molto un mio zio di 2* grado, che

e' riuscito a farsi praticamente tutte le

campagne possibili e immagginabili dal '36

in avanti (trannne la Spagna).

Sara' un'onore avere il privilegio di conoscerLi.

 

manomano

Link al commento
Condividi su altri siti

Join the conversation

You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.

Visitatore
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovi formattazione

  Sono ammessi al massimo solo 75 emoticon.

×   Il tuo link è stato automaticamente aggiunto.   Mostrare solo il link di collegamento?

×   Il tuo precedente contenuto è stato ripristinato.   Pulisci l'editor

×   Non è possibile incollare direttamente le immagini. Caricare o inserire immagini da URL.

Caricamento...
  • Statistiche forum

    • Discussioni Totali
      45,2k
    • Messaggi Totali
      523,7k
×
×
  • Crea Nuovo...