GM Andrea* Inviato 6 Marzo, 2013 Segnala Share Inviato 6 Marzo, 2013 Titolo: Tra microbi e ReAutore: Aldo CastellaniEditore: Rusconi e PaolazziAnno: 1961Pagine: 409Dimensioni: cm 20 x 12Reperibilità: media Il fiorentino Aldo Castellani (1877-1971), conte di Chisimaio, è stato una delle massime glorie della medicina italiana. Parassitologo, batteriologo, tropicalista di fama mondiale, legò il suo nome a innumerevoli scoperte e intuizioni, prima fra tutte quella sull'eziologia della malattia del sonno. Nato a Firenze, perfezionò gli studi all'estero, in Germania e a Londra: e con l'Inghilterra ebbe sempre un rapporto privilegiato. Dapprima prese parte, su incarico del governo britannico, alla spedizione scientifica in Uganda durante la quale scoprì l'organismo responsabile della malattia del sonno. Fino allo scoppio della Grande Guerra visse a Ceylon, e dopo il conflitto in Lousiana e a Londra.Nominato senatore negli anni '20, fu conteso dalle maggiori università mondiali e divenne inoltre consultatissimo medico di capi di stato, reali e celebrità assortite (Mussolini, Rodolfo Valentino etc.).Fervente monarchico, dopo il referendum del '46 seguì la famiglia reale in esilio in Portagallo, e a Lisbona morì nel 1971.In questa sua bellissima autobiografia, con prosa avvincente e ironica, Castellani dà conto non solo della sua multiforme attività, ma pure del motivo per cui lo recensisco in queste pagine: egli fu medico di Marina, anzi conseguì il massimo grado nel Corpo Sanitario, e fu per tre volte decorato al valore.La sua avventura militare inizia nel 1915, allorchè - risiedendo a Ceylon - ricevette da Roma l'ordine di rientrare in vista della mobilitazione. Pur potendo ottenere la cittadinanza inglese, Castellani rifiutò sempre di abdicare alla propria italianità, e per tre volte obbedì al richiamo in servizio nella R. Marina. Nel 1915 quindi fu nominato - per chiara fama, si direbbe - maggiore medico, e inviato a Salonicco, Corfù e in Macedonia per prestare assistenza all'esercito serbo (molte erano le patologie tropicali che affliggevano le truppe sui fronti balcanici). Dopo Caporetto fu poi trasferito per qualche mese sul fronte del Piave con la Brigata Marina. Nel 1918-20 venne infine destinato a commissioni sanitarie interalleate in Francia, Inghilterra e Polonia (nella Varsavia del 1919 c'era un altro illustre italiano: Malaparte).Lasciate le stellette, Castellani fu richiamato in servizio allo scoppio della guerra d'Etiopia, per sovrintendere all'organizzazione sanitaria delle forze armate in AOI. Nell'occasione gli fu conferito il grado, altissimo, di Tenente Generale Medico, usualmente ricoperto solo dal Capo del Corpo. Analogamente fu richiamato nel 1940. Il 10 giugno ("il giorno più triste della mia vita") era nella sua casa londinese di Harley Street. Rimpatriò via Portogallo col personale diplomatico italiano e, rientrato in Marina, fu destinato ai servizi sanitari in Africa Settentrionale e poi presso il comando supremo..In Africa settentrionale,a Cirene, a Tobruk, Castellani - che mai nascose di essere anglofilo, ma sempre fece il suo dovere - prestò servizio....contro il genero, che di mestiere faceva l'ambasciatore inglese in Egitto, e contro sua figlia. Jacqueline Castellani aveva infatti sposato il diplomatico Lord Killearn [Lady Killearn mi risulta fosse ancora viva, ultracentenaria, almeno fino a due anni fa] Dopo l'8 settembre Castellani rimase a Roma aiutando molti amici e conoscenti. Il libro è interessantissimo, godibile anche per chi non abbia una preparazione scientifica e denso di notizie inedite. Traggo di seguito dal testo qualche spunto relativo alla R. Marina: - nel 1914, a Colombo (Ceylon), Castellani prestò i primi soccorsi ai supersiti dell'incrociatore tedesco Emden. - fra i suoi clienti vi era Romano Romanelli, noto scultore che (non lo spaevo) era stato valoroso ufficiale di Marina - ...e c'era pure Lord Beatty, che ovviamente parlava assai dello Jutland - nel giugno 1940 Castellani, appena giunto a Roma dall'Inghilterra, si presentò a Palazzo Marina dal suo amico Cavagnari (che, come lui, "aveva simpatia per gli inglesi" ma doveva "lasciare il passo al dovere") per avere istruzioni. Nel corso del colloquio si presentò Rodolfo Graziani, che conosceva Castellani dalla campagna etiopica. Il maresciallo disse a Cavagnari che avrebbe voluto con sè in Libia il luminare. "Guai a voi se ve lo tenete per la Marina". Cavagnari rise (forse l'unica volta in vita sua, aggiungo io) e rispose: "Ve lo potete prendere tutto, ma dovrà indossare l'uniforme della Marina!". E così fu. Un bel ritratto di Castellani si trova nelle memorie di un suo discepolo, il tropicalista generale medico Mario Peruzzi (che fu Capo del Corpo): http://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=24692 Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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