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Sommergibili Italiani Dal Secondo Dopoguerra Ad Oggi


BUFFOLUTO

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SOMMERGIBILI ITALIANI DAL SECONDO DOPOGUERRA AD OGGI

STORIA FOTOGRAFICA

PREMESSA

Mi è difficile prendere una decisione e quando la prendo mille dubbi mi pongo; in questo caso devo ringraziare il comandante Alagi per la carica e l’ entusiasmo che mi ha trasferito con poche parole di una e-mail, mostrando ancora una volta tempestività, sensibilità e disponibilità.

 

Il lavoro che mi accingo a presentare si sviluppa principalmente intorno alla documentazione fotografica dei battelli che hanno operato ed operano nella Marina Militare a partire dalla cessazione delle ostilità; accettando molto volentieri un saggio suggerimento del comandante Alagi, dedicherò particolare attenzione alla presentazione dei pochissimi sommergibili sopravvissuti agli eventi bellici e di quelli provenienti dall’ U. S. Navy; non saranno naturalmente trascurati tutti gli altri, la maggior parte dei quali radiati, sono entrati ormai nella storia.

 

 

Ringrazio anticipatamente tutti coloro che vorranno contribuire ad arricchire questa rassegna d’ immagini e notizie.

 

Buffoluto/Marcello Risolo

 

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Sommergibile “Giada” GD

(periodo bellico)

 

Il sommergibile “Giada”, appartenente alla classe “Platino”, era di tipo “Bernardis”, con scafo singolo (i doppi fondi erano inseriti nella parte resistente) e controcarene esterne; fu uno dei pochi sommergibili rimasto in servizio alla fine del secondo conflitto mondiale; entrato in servizio il6 dicembre 1941 partecipò agli eventi bellici e l’ 8 settembre 1943 ricevette l’ ordine di dirigersi su Bona; nel 1944 fu inviato a Colombo a disposizione degli Alleati per compiti addestrativi.

Rifiutato dalla Francia e destinato alla demolizione insieme al resto della flotta subacquea italiana, in conformità delle clausole del trattato di pace, fu sottratto alla fiamma ossidrica grazie a sotterfugi; denominato pontone “V2” nel 1950, fu camuffato insieme al “Vortice” e tenuto nell’ Arsenale di Taranto fino al 1952, anno in cui, con l’ingresso dell’Italia nella NATO, fu riammesso in servizio con il suo nome originale.

 

Si dice che insieme al “Vortice” continuò, nonostante il divieto delle potenze vincitrici, ad operare di notte per l’ addestramento del personale, ritornando in Arsenale alle prime luci dell’alba; comunque sia per il resto della sua vita operativa ebbe prevalentemente questo compito.

 

Nonostante fosse ormai un battello di caratteristiche superate, sbarcato il cannone prodiero ed eliminati i tubi lanciasiluri A.D., fu sottoposto a lavori nel 1952 e nel 1957, che modificarono per due volte l’ aspetto della falsa torre.

 

DATI DI COSTRUZIONE

 

Cantiere di costruzione: C.R.D.A. di Monfalcone (GO)

Impostazione: 16 ottobre 1940

Varo: 10 luglio 1941

Entrata in servizio; 6 dicembre 1941

Radiazione: 1 giugno 1966

 

Disl.: sup. 712,00 t; imm. 870 ; dosato 865,00 t

Lungh.: f.t. 60,18 m

Largh.: f.o. 6,45 m

Imm.: 4,75 m; media 4,84 m

Prof. collaudo: 80 ÷ 100 m

App. Mot.: 2 diesel FIAT; 2 mot. elettr. CRDA; 2 eliche quadripala

Pot.: diesel H.P. 1.400; (H.P. 1.500 Argento, Bronzo, Volframio);

mot. elettr. H.P. 800

Vel.: 14/7,7 nodi (14,7/7,7 nodi Argento, Bronzo, Volframio)

Comb.: 41 t di nafta

Auton.: sup. 2.300 mg. a 14 nodi; 5.000 mg. a 8,5 nodi;

imm. 80 mg. a 3 nodi; 7 mg. a 7 nodi

Equip.: 44 uomini (4 ufficiali)

 

Armamento

1 cann. da 100/47 mm O.T.O. in compl. sing. a prora (152 colpi)

4 mitr. bin. da 13,2 mm a.a. Breda mod. 1931 (3.000 proiettili)

6 t.l.s. da 533 mm(4 A.V., 2 A.D 8 siluri)

 

(tipo Bernardis con controcarene esterne; Argento, Bronzo e Volframio erano dotati di 8 t.l.s.)

 

GIADA 501

(PERIODO POST-BELLICO)

 

Disl.: sup. st. 633 t

imm. p.c. ton. 860 t

Lungh.: f.t. 60,2 m

Largh.: 6,5 m

Imm.: 4,8 m

App. Mot.: 2 diesel C.R.D.A

2 mot. elettr.

Pot.: diesel H.P. 1.350

mot. elettr. H.P. 800

Vel.: 12/6 nodi

Equip.:

 

Armamento

6 t.l.s. da 533 mm(4 A.V.)

 

 

FONTI CONSULTATE

Alessandro Turrini “I SOMMERGIBILI ITALIANI DI PICCOLA CROCIERA E OCEANICI DELLA II G.M.”

Articolo pubblicato sulla Rivista Italiana Difesa n° 12 dicembre 1986

ALMANACCO STORICO DELLE NAVI MILITARI ITALIANE 1861-1995 - Roma 1996

Alessandro Turrini - ALMANACCO DEI SOMMERGIBILI - II tomo – suppl. R. M. n° 1 – gennaio 2003

Modificato da BUFFOLUTO
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Caro Marcello mi sembra davvero un'ottima idea, l'argomento è davvero molto interessante. Non sarebbe male ritrovare ed inserire in questa discussione le varie belle foto già comparse in altri post.

 

Posso iniziare con questa tratta da Navsource inviata dal nostro Alagi. Italian Navy photo by Lt.Cdr. Erminio Bagnasco via Maurizio Brescia. Photo added 04/17/08 . Si tratta del Livio Piomarta ( 515 ), ex Trigger ( SS 564 ) uno dei due battelli della classe Tang ceduto dalla US Navy. The ex-Trigger (SS-564) as the Livio Piomarta (S-515) at Taranto, 1979. :

 

piomarta.jpg

 

E poi con questa bella foto sempre di provenienza dei nostri Malaspina ed Alagi, del Torricelli ancora col pezzo da 127/25 :

 

torricellicannonecz8.jpg

 

A margine dell'argomento segnalo inoltre questa discussione sui siluri impiegati dai battelli italiani nel dopoguerra :

 

http://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=28479

Modificato da Charlie Bravo
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“VORTICE” VR

(periodo bellico)

 

Il sommergibile “Vortice”, appartenente alla classe “Tritone” 1^ serie, era un battello a doppio scafo su progetto dei C.R.D.A.; entrato in servizio il 21 giugno 1943, nella sua prima missione l’ 8 settembre ricevette l’ ordine di consegnarsi agli Inglesi a Malta; rientrato a Taranto fu successivamente impiegato nelle Bermuda fino al termine delle ostilità.

 

Rifiutata la cessione da parte della Francia, con sotterfugi fu sottratto alla demolizione; fu disarmato nel 1948 e denominato pontone “V 1” nel 1950; nel 1952, in seguito all’ ammissione dell’ Italia al Patto Atlantico, fu rimesso in servizio e denominato nuovamente “Vortice”; nel periodo 1953÷1954 fu sottoposto a lavori di ammodernamento, che comportarono un diverso profilo della falsa torre e l’ abolizione dei tubi lanciasiluri AD (il cannone prodiero e le mitragliere erano state precedentemente sbarcate ed in questa occasione era stata eliminata la piattaforma prodiera).

 

Insieme al “Giada” fu impiegato esclusivamente per compiti addestrativi.

 

DATI DI COSTRUZIONE

 

C.R.D.A. (Cantieri Riuniti Dell’ Adriatico) - Monfalcone (GO)

 

imp.: 3.1.42; varo: 23.2.43; cons.: 21.6.43; dis.: 1.7.67; rad.: 1.8.67. (denominato nel 1950 “V 1”, nel 1952 “Vortice”; rimodernato periodo 1953÷54).

 

Disl.: sup. 905 t; dosato 928 t; imm. 1.070 t

Lungh.: f.t. 63,15 m

Largh.: max. 6,98 m

Imm.: media 4,87 m

Prof. collaudo: 130 m

App. Mot.: 2 diesel FIAT; 2 mot. elettr. C.R.D.A.; 2 elIche quadripala

Pot.: diesel H.P. 2.400; mot. elettr. H.P. 800

Vel.: 16/8 nodi

Comb.: 52 t di nafta

Auton.: sup. 2.000 mg. a 16 nodi; 5.400 mg. a 8 nodi; imm. 80 mg. a 4 nodi; 7 mg. a 8 nodi

Equip.: 49 uomini (5 ufficiali)

 

Armamento

1 cann. da 100/47 mm O.T.O. in compl. sing. a prora (152 colpi)

4 mitr. bin. da 13,2 mm a.a. Breda mod. 1931 (3.000 proiettili)

6 t.l.s. da 533 mm(4 AV, 2 AD con12 siluri)

 

Vortice 502

(periodo post-bellico)

 

Disl.: sup. st. 781 t; p.c. 901 t

imm.: p.c. 1.095 t

Lungh.: f.t. 63,13 m

Largh.: 6,9 m

Imm.: media 4,87 m; max. 4,97 m

App. Mot.: 2 diesel FIAT; 2 mot. elettr.; 2 eliche

Pot.: diesel H.P. 2.460 mot. elettr. H.P. 1.350

Vel.: 15/7 nodi

Equip.: 54 uomini

 

Armamento

4 t.l.s. da 533 mm (AV)

 

FONTI CONSULTATE

Alessandro Turrini “I SOMMERGIBILI ITALIANI DI PICCOLA CROCIERA E OCEANICI DELLA II G.M.”

Articolo pubblicato sulla Rivista Italiana Difesa n° 12 dicembre 1986

ALMANACCO STORICO DELLE NAVI MILITARI ITALIANE 1861-1995 - Roma 1996

Alessandro Turrini - ALMANACCO DEI SOMMERGIBILI - II tomo – suppl. R. M. n° 1 – gennaio 2003

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carissimo Buffoluto hai stuzzicato la mia anima sommergibilista e ti faccio una domanda hai per caso foto del pietro calvi ex bario spero di si questo sommergibile mi interessa molto e sempre complimenti

ciao

 

 

carissimo Asteria non appena finisco con il Vortice mi dedicherò al sommergibile Calvi; mi dispiace comunque anticiparti che non ho

alcuna foto del battello originale; il Bario fu catturato dai Tedeschi sullo scalo, affondato nel 1944 e recuperato nel dopoguerra

fu trasferito a Taranto; le uniche foto che ci potrebbero essere sono quelle relative alla fase di costruzione; mi pare poco probabile

che non siano state fotografate le fasi del recupero ed del trasferimento a Taranto; l' Ufficio Storico della Marina potrebbe

avere qualcosa; può darsi che salti fuori qualche immagine

 

saluti

Buffoluto

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sono riuscito a ritrovare la fonte di queste fotografie; non molto belle ma abbastanza interessanti

 

501vortice1943002copy.jpg

 

502giadavortice.jpg

 

503vortice.jpg

è quasi sempre consuetudine della Marina Militare celebrare la fine dell' attività di una nave l' ultimo giorno del mese, la data di disarmo

decorre sempre dal giorno dopo

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Pietro Calvi 503

(fino al 1961 Bario)

Dei tre battelli di origine bellica, che a partire dal 1952 costituirono il primo embrione della risorto nucleo di sommergibili italiani, il “Bario” ha una storia differente; appartenente alla classe “Tritone” 2^ serie (1) ed impostato nel C.R.D.A di Monfalcone il 15 marzo 1943, era ancora sullo scalo quando l’ 8 settembre fu catturato dai tedeschi e denominato “U.IT. 7”; varato nel 23 gennaio 1944 fu poi affondato in seguito a bombardamento alleato; recuperato nel maggio 1945 e trasferito a Taranto, rimase in quello stato in Arsenale fino al 1953; rimesso sullo scalo dei Cantieri Navali di Taranto fu completamente ricostruito secondo criteri operativi più moderni; lo scafo venne allungato, modificata la zona poppiera con lo sbarco del lanciasiluri A/D e la sostituzione delle due linee d’assi con una singola, dando avvio ad una consuetudine che sarà adottata anche per le classi “Toti”, “Sauro” e “Todaro”; eliminata la vecchia falsa torre fu adottata una “vela” (anche quest’ innovazione fu poi adottata dai successivi battelli realizzati a partire dalla fine degli anni ‘60), per cui nel complesso risultò uno scafo completamente ridisegnato; l’ originale apparato motore fu sostituito con due gruppi diesel MAN da 1270 HP accoppiati su di un unico asse insieme ai motori elettrici; per l’agguato e l’ andatura silenziosa fu adottato un motore elettrico ausiliario di 75 HP; fu installato lo “schnorkel” per la navigazione in emersione per utilizzare i motori termici e dare possibilità alle batterie di accumulatori di rinnovare la carica; agli effetti pratici il “Calvi” rimase un battello sperimentale, giacché dopo soli dieci anni di servizio fu messo in disarmo nel 1971.

Contrariamente a quanto affermato da diversi articoli fu varato a Taranto con il nome di “Bario” e fu cambiato in “Pietro Calvi” prima della consegna alla M.M.I.; ne fa fede una fotografia della collezione di Alessandro Turrini, che inquadra il battello nel bacino di carenaggio dell’ Arsenale di Taranto nel 1961 e si nota ben in evidenza il suo nome originale.

 

DATI DI COSTRUZIONE

C.R.D.A. (Cantieri Riuniti Dell’ Adriatico) - Monfalcone (GO)

Impostato il 15 marzo 1943; catturato dai tedeschi sullo scalo l’ 8 settembre 1943, denominato “U. IT. 7” e varato il 23 gennaio 1944; affondato a Monfalcone in seguito ad attacco aereo; recuperato nel maggio 1945 e trasferito a Taranto; rimesso sullo scalo dei Cantieri Navali di Taranto e nuovamente varato il 21 giugno 1959; consegnato ala M.M.I. con il nome di “Pietro Calvi” il 16 dicembre 1961; a Cagliari il 30 giugno 1963 per la cerimonia della consegna della Bandiera di Combattimento; destinato ad Augusta per attività addestrative; disarmato nel 1971; radiato l’ 1 aprile 1973.

Motto : « SEGNALE DI GUERRA E DI STERMINIO »

Modificato in : « AUDE ET VINCES » (OSA E VINCI)

 

CARATTERISTICHE PERIODO BELLICO

Disl.: sup. (dosato) 928 t; imm. 1.131 t

Lungh.: f.t. 64,19 m

Largh.: max. 6,98 m

Imm.: media 4,93 m

Prof. collaudo: 130 m

App. Mot.: 2 diesel FIAT; 2 mot. elettr. CRDA; 2 eliche quadripala

Pot.: diesel H.P. 2.400; mot. elettr. H.P. 800

Vel.: 16/8 nodi

Comb.: 55 t di nafta

Auton.: sup. 5.400 mg. a 8 nodi; 2.000 mg. a 16 nodi

imm. 80 mg. a 4 nodi; 7 mg. a 8 nodi

Equip.: 49 uomini (5 ufficiali)

Armamento

1 cann. da 100/47 mm O.T.O. in compl. sing. a prora (152 colpi)

2 mitr. da 20/56 mm (3.000 proiettili)

6 t.l.s. da 533 mm(4 A/V, 2 A/D) (12 siluri)

 

(progetto C.R.D.A.; tipo a doppio scafo parziale)

CARATTERISTICHE PERIODO POSTBELLICO

Disl.: sup. 800 t; p.c. 950 t; imm. 1.107 t

Lungh.: f.t. 65,9 m

Largh.: 7 m

Imm.: media 4,3 m; max. 4,5 m

App. Mot.: 2 diesel; 3 mot. elettr.; 1 elica

Pot.: diesel H.P. 2.7 00

Vel.: 14/12,5 nodi

Equip.: 60 uomini

 

Armamento

4 t.l.s. da 533 mm A/V

 

(nota 1) i battelli della 2^ serie della classe “Tritone” del tipo a doppio scafo parziale non differivano sostanzialmente da quelli della 1^;

avevano maggiore lunghezza e quindi un dislocamento leggermente superiore

FONTI CONSULTATE:

Alessandro Turrini “I sommergibili italiani di piccola crociera e oceanici della II G.M.” – R.I.D. n° 12 – dicembre 1986

Mario Cecon “L’ evoluzione del sommergibile in Italia dal 2° dopoguerra” – R.I.D. n° 11 - novembre 1993

Alessandro Turrini “I sommergibili di Monfalcone” supplemento alla Rivista Marittima n° 11 - novembre 1998

Alessandro Turrini “Almanacco dei sommergibili” tomo II supplemento alla Rivista Marittima n° 1 - gennaio 2003

http://it.wikipedia.org/wiki

Modificato da BUFFOLUTO
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Sommergibili classe “Tazzoli”

Quando l’1 novembre 1952 la Marina Militare costituì MARICOSOM, si rendeva pienamente conto che un nucleo costituito solamente da “Vortice” e “Giada” non poteva essere numericamente ed operativamente sufficiente per gl’impegni che l’Italia era chiamata ad assolvere in ambito NATO; oltre ai consueti problemi di carattere finanziario e poiché la ricostruzione del “Bario” avrebbe richiesto tempo ed altro ancora ne sarebbe occorso per permettere all’industria cantieristica nazionale di realizzare nuovi battelli, seguendo l’esperienze maturate nel corso della guerra e le tecnologie che nel frattempo si erano evolute, rimaneva un’unica alternativa da adottare: attingere alla grande disponibilità del mercato americano.

 

Lo sforzo bellico industriale, che gli Stati Uniti misero in atto nel corso del conflitto, fu tale che al termine delle ostilità la U. S. Navy si ritrovò con numerose unità navali, tra le quali molti battelli, in posizione di riserva per motivi di esubero; la decisione delle autorità militari americane di intraprendere la strada della propulsione nucleare ne accrebbe ulteriormente la disponibilità, coinvolgendo anche classi di sommergibili costruiti nel dopoguerra, che per le esigenze americane erano ormai operativamente superati, ma per le nazioni aderenti al Patto Atlantico erano considerati molto convenienti e l’Italia non si lasciò sfuggire l’opportunità.

 

Sei erano gli esemplari della classe “Gato” che nel 1940 l’ U. S. Navy aveva ordinato ai propri cantieri; nell’imminenza ormai inevitabile dell’entrata in guerra degli Stati Uniti gli ordini furono portati ad un numero di 77 battelli.

 

I sommergibili di questa classe differivano dalla precedente “Tambor” solamente perché i due apparati propulsivi, per migliorare la sicurezza, erano collocati in due zone separate; erano battelli concepiti per l’impiego oceanico a doppio scafo parziale; quello resistente era realizzato con acciaio “mild steel”, che garantiva una quota operativa di 300 piedi; la costruzione fu affidata ai seguenti cantieri:

 

Electric Boat Company; Portsmouth Navy Yard; Mare Island Navy Yard

 

Nonostante gli iniziali problemi di malfunzionamento dei siluri Mark 14, che rivelarono diverse carenze tecniche: avevano tendenza ad navigare troppo profondamente, esplodere prematuramente, descrivere traiettorie irregolari o circolari e fallire la detonazione nell’attimo dell’impatto, i sommergibili della classe “Gato” operarono intensamente in Pacifico e nel corso di tutto il conflitto ottennero numerosi ed importanti successi; i battelli sopravvissuti alla guerra furono in parte radiati e in parte trasformati e trasferiti in altre attività operative; altri furono trasformati in GUPPY (guppy è il nome di un pesce tropicale colorato, ma in questo caso si identifica nell’ acronimo Greater Underwater Propulsion Program e non si comprende cosa rappresenti la presenza della Y, forse Year); di questi alcuni furono trasferiti a Marine del Patto Atlantico.

 

“Barb” e “Dace”, prima di essere assegnati alla Marina Militare Italiana, furono sottoposti a lavori per essere trasformati in GUPPY IB ; la trasformazione comportò: l’eliminazioni di molte appendici dello scafo per renderlo maggiormente idrodinamico, il potenziamento dell’ apparato propulsivo (motori termici e batterie di accumulatori), l’ eliminazione del cannone da 5” e delle mitragliere, la modifica del profilo prodiero e della falsa torre (ampliata in modo da racchiudere completamente tutte le attrezzature), la sostituzione dell’apparato radar, dello schnorkel e della centralina di lancio.

 

Entrati a far parte nella Marina Militare con prestito quinquennale, questo fu rinnovato più volte fino alla cessazione del servizio; “Tazzoli” e “Da Vinci”, non molto idonei per l’esigenze operative del Mediterraneo, furono prevalentemente utilizzati per l’addestramento della squadra navale e della componente ad ala fissa nella lotta antisom.

 

 

 

CARATTERISTICHE TECNICHE (all’entrata in servizio)

Lunghezza f.t.: 95,02 m

Larghezza max: 8,31 m

Immersione media: 4,7 m

Dislocamento: emers. 1.526 t; immers. 2.410 t

Apparato motore:

4 G.E. da 1.350 HP ciascuno per una potenza complessiva di 5.400 HP

4 MM.EE.PP. da 685 HP per una potenza complessiva di 2.740 HP

1 G.E. ausiliario da 100 HP

2 linee d’asse

Velocità: emers. 20,25 nodi max; immers. 8,75 nodi max

Autonomia: emersione 11.000 mg a 10 nodi; immers. 100 mg a 2 nodi

Quota operativa max.: 100 m

Equipaggio: 6 ufficiali e 54 sottufficiali e comuni

 

Armamento:

1 cannone 3”/50

2 mitragliere cal. .50

2 mitragliere cal. .30

6 tubi lanciasiluri A/V da 533 mm

4 tubi lanciasiluri A/D da 533 mm

24 siluri da 533 mm

 

CARATTERISTICHE TECNICHE (dopo la trasformazione in GUPPY)

Lunghezza f.t.: 93,7 m

Larghezza max: 8,3 m

Immersione media: 4,6 m

Dislocamento: emers. 1.850 t; immers. 2.460 t

Apparato motore:

4 Diesel-dinamo per una potenza complessiva di 6.400 HP

4 motori elettrici per una potenza complessiva di 2.750 HP

2 linee d’asse

Velocità: emers. 18 nodi; immers. 10 nodi; con schnorkel 9 nodi

Autonomia: emersione 14.980 mg a 11 nodi; immers. 150 mg a 4 nodi

Quota collaudo.: 95 m

Equipaggio: 74 uomini

 

Armamento:

6 tubi lanciasiluri A/V da 533 mm

4 tubi lanciasiluri A/D da 533 mm

 

 

 

“Enrico Tazzoli” 511 (ex SS 220 “Barb”)

 

Cantiere: Electric Boat Co., (Groton, Connecticut U.S.A.)

Impostazione: 7 giugno 1941

Varo: 2 aprile 1942

Consegna all’U.S.Navy: 8 luglio 1942

Messo in posizione di riserva: 12 febbraio 1947 a New London, Connecticut U.S.A.

Rientrato in servizio: 3 dicembre 1951

Messo in posizione di riserva per la coversione in GUPPY: 5 febbraio 1954

Rientrato in servizio: 3 agosto 1954

Fine servizio per prestito alla M.M.I.: 13 dicembre 1954

Consegnato alla M.M.I.: 13 dicembre 1954 a New London, Connecticut U.S.A.

Disarmo: 15 ottobre 1972

Radiazione: 1 settembre 1973

Restituito all’ U. S. Navy fu venduto l’ 1 aprile 1975

 

“Leonardo Da Vinci” 510 (ex SS 247 “Dace”)

 

Cantiere: Electric Boat Co., (Groton, Connecticut U.S.A.)

Impostazione: 22 luglio 1942

Varo: 25 aprile 1943

Consegna all’U.S.Navy: 23 luglio 1943

Messo in posizione di riserva: 12 febbraio 1947 a New London, Connecticut U.S.A.

Rientrato in servizio: 22 ottobre 1954 dopola conversione in GUPPY

Fine servizio per prestito alla M.M.I.: 31 gennaio 1955

Consegnato alla M.M.I.: 31 gennaio 1955 a New London, Connecticut U.S.A.

Disarmo: 15 ottobre 1972

Radiazione: 1 settembre 1973

Restituito all’ U. S. Navy fu venduto l’ 1 aprile 1975

 

FONTI CONSULTATE:

Mario Cecon “L’ evoluzione del sommergibile in Italia dal 2° dopoguerra” – R.I.D. n° 11 - novembre 1993

Alessandro Turrini “I sommergibili di Monfalcone” supplemento alla Rivista Marittima n° 11 - novembre 1998

Alessandro Turrini “Almanacco dei sommergibili” tomo III supplemento alla Rivista Marittima n° 2 - febbraio 2003

Michele Cosentino “Sommergibilisti in America” Rivista Marittima marzo 2005

Michele Cosentino “Lo sviluppo della Marina Militare dal 1945 al 1975” supplemento alla Rivista Marittima n° 4 – aprile 1996

http://it.wikipedia.org/wiki

http://www.navsource.org/archives/08/08247.htm

 

000gatoclassdiagram.jpg

 

0010821288gatodisegno.jpg

 

0020821201gato.jpg

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Come ho già scritto in un altro topic (Quiz foto, Quadrato Ufficiali) TAZZOLI e DA VINCI ebbero la particolarità di essere gli unici classe GATO (scafo sottile) convertiti in GUPPY: tutti gli altri GUPPY erano delle classi BALAO e TENCH (a scafo più spesso per una maggiore profondità di immersione).

Ma credo sarebbe divertente ricostruire le carriere di BARB e DACE nella US Navy. So non ricordo male, uno dei due (credo il BARB) partecipò all'operazione TORCH al largo del Marocco, e forse sbarcò anche degli ufficiali alleati in Algeria per negoziati (non riusciti molto bene) con le locali autorità francesi di Vichy. Poi affondò per errore un mercantile spagnolo.

 

Se interessa, me ne posso occupare.

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le prime Sigle Ottiche Nato in programma e che furono assegnate (anche se non sono mai state scritte sulla falsatorre)erano:

Enrico Tazzoli: S 505;

Leonardo da Vinci: S 504;

in quanto erano successivi al

Giada S 501;

Vortice S 502 e

Bario S 503 (in ricostruzione);

successivamente furono modificate in:

Enrico Tazzoli S 511;

Leonardo da Vinci S 512;

Saluti Ostro.

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Caro De Domenico

Non nascondo che mi occorra molto tempo e pazienza nel raccogliere e valutare il materiale da presentare, per cui mi accorgo che tralascio notizie, che andrebbero approfondite; effettivamente l’attività operativa in guerra dei sommergibili classe Gato è molto interessante ed in particolare il Barb ha ottenuto molti successi e si è posizionata al terzo posto nella classifica dai battelli per tonnellaggio di navi nemiche affondate; questo significa quindi un invito a tutti coloro che vogliano contribuire ad approfondire argomenti, che tralascio o solamente accenno; per cui ti sarei veramente grato se tu vorrai interessarti di questo aspetto.

Confermo che Barb e Dace furono gli unici battelli classe “Gato” modificati in GUPPY, quelli ceduti a Giappone, Grecia e Brasile non subirono questa conversione; volendo possiamo approfondire

 

Caro Ostro

Nel 1965 sono venuto in possesso di un supplemento del 1958 della rivista “LE VIE DEL MARE”, in cui tre autorevoli personaggi Bagnasco, Giorgerini e Nani illustravano in maniera molto dettagliata ed interessante la situazione della Marina Militare Italiana dell’epoca, attribuendo a Da Vinci e Tazzoli i distintivi ottici d’identificazione 504 e 505, nella mia presunzione giovanile li considerai errori di stampa; il tuo intervento mi ha destato quel lontano e dimenticato ricordo e mi ha spinto immediatamente a verificare; ti dirò anche che per la stessa ragione che hai riportato ho riscontrato che per Impavido ed Intrepido erano previsti le sigle D 560 e D 561 che erano i numeri mancanti tra l’Indomito ed il San Giorgio

 

a tutti i componenti di BETASOM

auguro per domani una serena Santa Pasqua

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gli anziani mi hanno parlato di battelli completamente operativi, che seppero fare il loro per l'epoca e andarono in disarmo quando i nucleari si stavano ormai affermando. se ben ricordo uno dei 2 (il tazzoli?) fu impiegato in un esperimento che doveva portare ad un nuovo impiefo dell'arma subacquea. praticamente un battello che rimaneva ormeggiato in quota (e quindi silenziosissimo e con equipaggio estremamente ridotto) nel canale di sicilia in attesa del passaggio di battelli nemici. da quell'idea nacquero i Toti con il loro canguro, anche se poi l'idea iniziale fu stravolta

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Caro De Domenico

Non nascondo che mi occorra molto tempo e pazienza nel raccogliere e valutare il materiale da presentare, per cui mi accorgo che tralascio notizie, che andrebbero approfondite; effettivamente l’attività operativa in guerra dei sommergibili classe Gato è molto interessante ed in particolare il Barb ha ottenuto molti successi e si è posizionata al terzo posto nella classifica dai battelli per tonnellaggio di navi nemiche affondate; questo significa quindi un invito a tutti coloro che vogliano contribuire ad approfondire argomenti, che tralascio o solamente accenno; per cui ti sarei veramente grato se tu vorrai interessarti di questo aspetto.

Confermo che Barb e Dace furono gli unici battelli classe “Gato” modificati in GUPPY, quelli ceduti a Giappone, Grecia e Brasile non subirono questa conversione; volendo possiamo approfondire

 

Voglio cominciare dalla attività di USS BARB nell'Atlantico, che mi interessano di più.

 

Il battello salpa per la sua prima missione il 19-20 ottobre 1942, sotto il comando di John R. Waterman, insieme a SHAD, GUNNEL, HERRING e BLACKFISH per eseguire una ricognizione al largo delle coste del Marocco a partire dal 4 novembre 1942, data inizialmente prevista per gli sbarchi (poi rinviati all'8 novembre). Sua missione specifica la ricognizione prima e poi il fare da punto di riferimento delle (inesperte) forze da sbarco destinate al porto marocchino di Safi, l' unico adatto per lo sbarco dei carri armati Sherman. Lo sbarco avviene con relativa facilità (27 morti e 44 feriti tra i circa 450 militari francesi presenti, con una batteria costiera di 4 pezzi da 130 mm e 2 da 75 mm). Fonti: "Navires & Histoire" n. 52, febbraio-marzo 2009, articolo su "Opération 'Torch': Le débarquement en Afrique du Nord" di Frédéric Stahl e Gérard Prévoteaux.

Robert J. Cressman, "The Official Chronology of the U.S. Navy in World War II", Naval Institute Press, 2000.

 

Nel corso della sua seconda missione in Oceano Atlantico, si verifica l'episodio cui ho accennato.

Il battello (stesso comandante) il 26 dicembre 1942 al largo di Cabo Finisterre lancia due siluri contro la motocisterna spagnola CAMPOMANES, della Cia del Monopolio de Petroles S.A., 6276 tsl e 8270 tpl, del 1932 (costruz. spagnola di Cadice), in rotta da Bilbao a Aruba (Antille). Uno dei due siluri colpisce e danneggia gravemente la motocisterna, che comunque riesce a raggiungere un porto spagnolo.

Vediamo ora i resoconti: Juergen Rohwer, in "Allied Submarine Attacks of World War Two. European Theatre of Operations, 1939-1945", Greenhill Books, 1997, scrive semplicemente "BARB is assumed to have hit an Axis vessel".

Ma il più curioso è il classico John D. Alden, "U.S. Submarine Attacks during World War II", Naval Institute Press, 1989, che scrive: "Il Patrol Report non riferisce di alcun attacco, ma il comandante dichiara che la direttiva era quella di affondare tutte le petroliere. BARB rientra con solo 20 siluri. L'attacco non viene riportato dal Submarine Operations Research Group (SORG) durante la guerra, che tuttavia riportava al comandante dei sottomarini del Pacifico.

Gli archivi della US Navy identificano la nave come una cisterna spagnola in rotta da Bilbao per Aruba. Nessun U-Boat ha riportato alcun attacco (secondo Rohwer). Attribuzione dubbia".

Per fortuna il (più recente) libro di Cressman già citato prima rimette le cose a posto: dice che "Il sottomarino BARB silura per errore la petroliera neutrale spagnola CAMPOMANES al largo di Capo Finisterre, Spagna" ...

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Voglio cominciare dalla attività di USS BARB nell'Atlantico, che mi interessano di più.

 

Il battello salpa per la sua prima missione il 19-20 ottobre 1942, sotto il comando del Lt. Cmdr. John R. Waterman, insieme a SHAD, GUNNEL, HERRING e BLACKFISH per eseguire una ricognizione al largo delle coste del Marocco a partire dal 4 novembre 1942, data inizialmente prevista per gli sbarchi (poi rinviati all'8 novembre). Sua missione specifica la ricognizione prima e poi il fare da punto di riferimento delle (inesperte) forze da sbarco destinate al porto marocchino di Safi, l' unico adatto per lo sbarco dei carri armati Sherman. Lo sbarco avviene con relativa facilità (27 morti e 44 feriti tra i circa 450 militari francesi presenti, con una batteria costiera di 4 pezzi da 130 mm e 2 da 75 mm). Fonti: "Navires & Histoire" n. 52, febbraio-marzo 2009, articolo su "Opération 'Torch': Le débarquement en Afrique du Nord" di Frédéric Stahl e Gérard Prévoteaux.

Robert J. Cressman, "The Official Chronology of the U.S. Navy in World War II", Naval Institute Press, 2000.

 

Nel corso della sua seconda missione in Oceano Atlantico, si verifica l'episodio cui ho accennato.

Il battello (stesso comandante) il 26 dicembre 1942 al largo di Cabo Finisterre lancia quattro siluri contro la motocisterna spagnola CAMPOMANES, della Cia del Monopolio de Petroles S.A., 6276 tsl e 8270 tpl, del 1932 (costruz. spagnola di Cadice), in rotta da Bilbao a Aruba (Antille). Uno dei siluri colpisce e danneggia gravemente la motocisterna, che comunque riesce a raggiungere un porto spagnolo.

Vediamo ora i resoconti: Juergen Rohwer, in "Allied Submarine Attacks of World War Two. European Theatre of Operations, 1939-1945", Greenhill Books, 1997, scrive semplicemente "BARB is assumed to have hit an Axis vessel".

Ma il più curioso è il classico John D. Alden, "U.S. Submarine Attacks during World War II", Naval Institute Press, 1989, che scrive: "Il Patrol Report non riferisce di alcun attacco, ma il comandante dichiara che la direttiva era quella di affondare tutte le petroliere. BARB rientra con solo 20 siluri. L'attacco non viene riportato dal Submarine Operations Research Group (SORG) durante la guerra, che tuttavia riportava al comandante dei sottomarini del Pacifico.

Gli archivi della US Navy identificano la nave come una cisterna spagnola in rotta da Bilbao per Aruba. Nessun U-Boat ha riportato alcun attacco (secondo Rohwer). Attribuzione dubbia".

Per fortuna il (più recente) libro di Cressman già citato prima rimette le cose a posto: dice che "Il sottomarino BARB silura per errore la petroliera neutrale spagnola CAMPOMANES al largo di Capo Finisterre, Spagna" ...

 

ADDENDA 26 aprile:

Ecco che cosa ha da dire Carl LaVO, autore di "The Galloping Ghost. The Extraordinary Life of Submarine Legend Eugene Fluckey", Naval Institute Press, 2002:

A Waterman era inibito attaccare qualsiasi nave battente bandiera spagnola, perché la Spagna aveva dichiarato la propria neutralità e aveva concordato di render pubbliche le liste delle proprie navi, le date e gli orari di partenza e le loro destinazioni. Ma all'equipaggio del BARB fu ben presto chiaro che si incontravano molte più navi di quelle dichiarate. Waterman concluse che delle navi tedesche erano in mare sotto le sembianze di unità spagnole. All'inizio di dicembre, il battello attaccò una nave che secondo Waterman era una nave cisterna nazista. Il comandante lanciò 4 siluri (ed infatti rientrò con solo 20 a bordo ndr), affondando la CAMPOMANES (sic). La Spagna tuttavia protestò, rivendicando il carattere neutrale della nave. Per non creare un incidente, gli Alleati chiesero scusa e cancellarono qualunque riferimento all'accaduto, con grande delusione di Waterman.

 

EDIT.

 

Operazione 'Torch': il BARB faceva parte del TG 34.10, il Task Group più meridionale (per lo sbarco a Safi), composto dalla vecchia corazzata NEW YORK, dall'incrociatore "leggero" PHILADELPHIA (le cui artiglierie saranno decisive nel sopraffare la resistenza francese), dalla CVE (ex petroliera) SANTEE e da 10 cacciatorpediniere.

 

Golfo di Biscaglia: i cinque sommergibili americani impiegati per 'Torch' (più un sesto, il GURNARD) verranno poi dispiegati nel corso del mese di dicembre nei punti d'agguato normalmente utilizzati dai battelli inglesi per l'intercettazione dei violatori di blocco da e per Bordeaux. L'italiana CORTELLAZZO, da poco salpata da Bordeaux, viene intercettata e affondata nella zona da aerei inglesi il 1^12.1942.

 

E' in questo contesto che si verifica l'attacco alla cisterna spagnola, la quale comunque sembra aver riportato danni non significativi e non tali da impedirle di continuare il viaggio per Aruba (fonte: Juergen Rohwer et al., "Chronik des Seekrieges 1939-1945").

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(segue)

 

BARB era entrato in servizio l'8 luglio 1942 a Groton, Connecticut, sotto il comando del Lt. Cmdr. John R. Waterman. Aveva lasciato New London il 20 ottobre successivo, dopo un periodo di addestramento abbreviato, ed era entrato a far parte del Subron (Submarine Squadron) 50 con base a Rosneath (nel Gareloch, uno dei sealochs che confluiscono nel Firth of Clyde, in Scozia). La marina americana aveva infatti inizialmente deciso di partecipare con un piccolo numero dei suoi grandi battelli oceanici anche alla guerra nell'Atlantico a fianco della Royal Navy.

 

Tuttavia nessun battello americano, almeno che io sappia, ha operato in quel periodo nel Mediterraneo. Tanto è vero che il 21 ottobre 1942, due settimane prima di Torch, il sottomarino inglese HMS P 219 SERAPH sbarcò a Cherchell, in Algeria, un gruppo di alti ufficiali americani (generale Mark W. Clark, Brig. Gen. Lyman Lemnitzer, Capt. Wright) incaricati di prender contatto con gli omologhi ufficiali della Francia di Vichy, e questi ultimi chiesero che un sottomarino americano (non inglese: i ricordi di Mers-el-Kebir bruciavano ancora) si recasse vicino a Tolone per imbarcare e portare in salvo prima dello sbarco il generale Giraud. Bene, la richiesta creò un certo imbarazzo agli alleati, dal momento che non c'erano (né erano previsti) battelli americani nel Mediterraneo. Il problema fu risolto pro-forma inviando lo stesso HMS SERAPH, che sotto il comando (temporaneo) dello stesso capitano Wright e bandiera americana imbarcò il 5 novembre il generale Giraud, poi trasbordato su un idrovolante Sunderland della RAF che lo portò a Gibilterra.

 

Torniamo al nostro USS BARB. Dopo due giorni passati in ricognizione al largo di Safi, nel sud del Marocco, e la raccolta di utili informazioni meteo, il 7 novembre alle 2200 - vigilia dello sbarco - il battello inviò a riva uno scouting party di due militari dell'Esercito che dovevano usare un radiotrasmettitore e un faro a luce intermittente per guidare i due vecchi cacciatorpediniere "quattro pipe" BERNADOU e COLE, incaricati di forzare l'accesso al porto (il cui controllo era come detto indispensabile per lo sbarco dei carri medi M4 Sherman).

 

La mattina dello sbarco (8 novembre) BARB medesimo fece da faro (con luci lampeggianti all'infrarosso) sottocosta dall' esterno della linea delle navi destinate al bombardamento delle batterie costiere, per guidare i mezzi da sbarco sugli obiettivi. Il giorno successivo prese una posizione di agguato per intercettare eventuali sortite delle navi della marina di Vichy che avessero cercato di uscire dalla zona (si temeva in particolare l'intervento della forte squadra navale di Dakar, la nave da battaglia RICHELIEU e gli incrociatori GLOIRE, GEORGES LEYGUES e MONTCALM, che invece non si mossero e dopo pochi giorni passarono dalla parte alleata seguendo l'appello dell'ammiraglio Darlan da Algeri).

 

Il 25 novembre BARB termina la sua prima missione di guerra a Rosneath, dove già si trovava la vecchia nave appoggio AS 5 BEAVER, nave-base del 50 Subron. La squadriglia era stata costituita il 3 settembre 1942 a New London, e la nave BEAVER, un vecchio piroscafo misto di 5970 tonn. di dislocamento, costruito nel 1909-1910 da Newport News SB. Co., rilevato dalla US Navy nel luglio 1918 e trasformato in nave appoggio sommergibili nell'ottobre successivo, era arrivata a Rosneath appena il 1^ novembre 1942.

 

Nelle sue successive missioni, dice il DANFS, BARB avvistò centinaia di pescherecci e altre unità del cabotaggio neutrale (spagnolo) ma nessun "bersaglio legittimo". DANFS non accenna infatti all'imbarazzante siluramento della CAMPOMANES, e parla solo di "tiro al bersaglio" contro molte mine alla deriva.

 

Il 1^ gennaio 1943, sulla base di intercettazioni di ULTRA che preannunciano l'avvicinamento di un violatore di blocco tedesco proveniente dal Giappone, BARB, SHAD, HERRING e BLACKFISH più l'olandese DOLFIJN (in rotta per il Mediterraneo) vanno a formare una linea di agguato. Tuttavia, difficoltà di comunicazione provocano un ritardo nel completamento della formazione, ma comunque la nave tedesca RHAKOTIS di 6753 tsl viene individuata da un Sunderland a 200 miglia a NW di Capo Finisterre e poi raggiunta e affondata dall'incrociatore HMS SCYLLA. BARB e BLACKFISH rientrano alla base il 12 gennaio successivo.

 

Ancora, il 1^ febbraio 1943 BARB e BLACKFISH salpano da Rosneath per prender posizione rispettivamente al largo di Capo Ortegal e di Bilbao sempre al fine di intercettare i "violatori di blocco" da e per Bordeaux, piuttosto frequenti in quel periodo. Ma mentre il BLACKFISH affonda solo un trawler/nave pattuglia tedesca, il V 408 HALTENBANK, viene danneggiato dalla reazione di un'altra unità di scorta tedesca e costretto a rientrare interrompendo la missione (19 febbraio), BARB continua infruttuosamente fino al 4 marzo 1943.

 

Nella primavera del 1943, l'ammiraglio King, capo delle operazioni navali, decide di ridispiegare nel Pacifico i sei/sette battelli che componevano il Subron 50. Di conseguenza il BARB, dopo un totale di cinque missioni infruttuose condotte prima in Marocco (novembre 1942), poi nel Golfo di Biscaglia (dicembre 1942-marzo 1943), e infine nell'ampia area tra Islanda e Norvegia (aprile-luglio 1943, in quest'ultimo caso alla vana ricerca di U-Boote o di grandi unità di superficie tedesche in uscita dalla Norvegia), rientra per l'ultima volta a Rosneath il 1^ luglio 1943 e da qui torna a New London, dove arriva il 24 luglio successivo per prepararsi al dispiegamento nel Pacifico. Con l'occasione, il cannone da 3 pollici viene spostato da dietro a davanti la conning tower, e due 20 mm vengono aggiunti.

 

Fonti: il DANFS; Rohwer, "Chronology of the War at Sea 1939-1945", Chatham, ultima ediz. 2005, o se preferite il tedesco, "Chronik des Seekrieges 1939-1945".

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Una immagine della nave appoggio BEAVER risalente alla prima guerra mondiale.

 

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Fonte: "U.S. Warships of World War I", Paul H. Silverstone, Ian Allan, 1970

 

Un'immagine del cacciatorpediniere BERNADOU predisposto per l'attacco al porto di Safi in Marocco.

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Fonte: "U.S. Warships of World War II", Paul H. Silverstone, Ian Allan, 1968

 

Un'immagine della base di Rosneath in Scozia. In secondo piano due sommergibili del SUBRON 50 e in distanza la nave appoggio BEAVER.

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Fonte: http://www.rosneathpeninsula.org.uk/history/war2.cfm

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(Segue)

 

Dopo aver lasciato New London (Conn.) e raggiunto Pearl Hbr attraverso il canale di Panama, BARB trascorre il mese di settembre 1943 recuperando quell'addestramento intensivo che non aveva potuto completare in tempo per l'operazione "Torch".

Poi salpa il 30 settembre per la sua sesta missione di guerra, la prima nel Pacifico, con a bordo i primi siluri del nuovo modello Mk. 18. Dopo una tappa a Midway (base avanzata per i rifornimenti) va ad operare al largo della costa cinese a nord di Formosa (mar cinese orientale). Dopo alcuni attacchi abortiti tra il 18 e il 25 ottobre, il 9 novembre lancia 4 siluri contro due mercantili di un convoglio, e rivendica l'affondamento di un cargo da 8000 tonn. e il danneggiamento di uno da 5600 tonn. (successi non confermati). Sottoposto alla reazione delle navi di scorta al convoglio, si immerge con troppa fretta, imbarca molta acqua da alcune grosse ondate e riesce ad arrestare la discesa solo a 375 piedi (123 m) di profondità, quota per cui le cariche di profondità giapponesi non sono tarate.

 

ADDENDA del 21 aprile: secondo Robert J. Cressman, "The Official Chronology of the US Navy in World War II", Naval Institute Press, 2000, nell'attacco al convoglio (in rotta da Keelung a Sasebo) BARB avrebbe danneggiato il NISHI MARU (l'ex piroscafo misto britannico KALGAN, 2655 tsl e 3150 tpl dell'aprile 1921, armatore China Navigation Co., costruito da Scotts a Greenock e catturato dai giapponesi a Bangkok il 12 dicembre 1941), mentre non colpisce YAMAHAGI MARU, 5426 tsl dell'aprile 1919, costruito da Sunderland S.B. Co. (una ex British Standard Ship della I g.m. impostata come WAR ORIOLE, dal 1919 CAIRNGOWAN per l'armatore Cairns Noble & Co., dal 1935 BRIGHTCOMET per Bright Nav. Co., poi cinese CHI SING nel 1936 per l'armatore H.C. Wan, passa sotto bandiera nipponica dal 1938, armatore Yamashita Kisen di Kobe). La nave scorta che attacca il sommergibile è il dragamine ausiliario No.7 TOSHI MARU.

 

BARB Rientra a Midway il 24 novembre, poi va fino a Mare Island (San Francisco Bay) per le riparazioni (che tra l'altro comportano il montaggio di un pezzo da 4 pollici/50 calibri a prua della torretta al posto del precedente da 3 pollici).

 

Di nuovo a Pearl il 15.2.1944, in addestramento fino al 2 marzo, quando affronta la settima missione di guerra, con il futoro skipper Lt. Cmdr. Fluckey già a bordo per affiancare il comandante uscente Waterman, a quanto pare su richiesta di quest'ultimo, lungo la rotta Guam-Truk-Saipan fino al mar delle Filippine, a est di Formosa. Finalmente, il 28 marzo 1944 riesce ad affondare al largo di Okino Daito Jima (Rasa Island), con due siluri a segno su tre lanciati, il cargo giapponese FUKUSEI MARU, 2219 tsl, armatore Fukuyo (o Hukuyo) Kisen di Kobe (dal 1927), ex KANDA MARU (dal 1927), ex americano SENECA, completato nel novembre 1920 da American SB Co. di Cleveland per conto dell'US Shipping Board (USSB), poi dato in gestione alla Independent SS Co.

In seguito (17 aprile), BARB e STEELHEAD insieme bombardano con i cannoni di bordo (il 4 pollici/50 per il BARB, ma solo un 3 pollici per STEELHEAD) un'area industriale (industria dei fosfati) sulla stessa Rasa Island. BARB rientra a Midway il 25 aprile.

Ne riparte il 21 maggio 1944 per la sua ottava missione di guerra con un nuovo comandante, Lt. Cmdr. Eugene B. Fluckey, che cambierà decisamente la fortuna del battello, facendone una delle armi da guerra più efficaci nel teatro del Pacifico.

 

Fonti: DANFS; uboat.net; Rohwer; Roger Jordan, "The World's Merchant Fleets 1939", Chatham, 1999; miramarshipindex;

"The Official Chronology of the US Navy in World War II" di Robert J. Cressman; ecc.

 

Fonte:

"The Galloping Ghost. The Extraordinary Life of Submarine Legend Eugene Fluckey", Carl LaVO, Naval Institute Press, 2007

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Caro Marcello,

accetto il tuo invito per quello che posso.

Ecco tre foto del Da Vinci tratte dal mio archivio.

 

Foto ufficiali della MM.

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Con il Castore.

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In una mia foto scattata a Cagliari nella seconda metà degli anni Sessanta.

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Qualche altra la posterò in Navi a a Cagliari, se vorrai la potrai postare anche nel tuo, eccellente come tuo solito. Complimenti.

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come sempre belle foto Stefano e per me sono nuove

Asteria se hai pazienza tra poco comincio con la classe Torricelli

saluti

Marcello

 

Classe “Torricelli”

 

Dopo l’acquisizione dei due battelli della classe “Gato”, nel corso degli anni ’60 entrarono a far parte della M. M. I. altri tre sommergibili ex U. S. Navy, realizzati per le esigenze belliche verso la fine del secondo conflitto mondiale.

In questo caso si trattava di unità appartenenti alla classe “Balao”, che si distingueva dalla precedente solamente per un particolare tenuto rigorosamente segreto; lo scafo resistente di questi battelli era realizzato con “high-tensile steel”, che con un leggero aumento dello spessore delle lamiere, garantiva una quota operativa di 400 piedi.

Dei 256 battelli previsti, ne furono completati 119; la decisione di bloccare il completamento della classe risultò molto saggia in quanto molti battelli nel 1946, dopo pochi anni di servizio, risultavano in riserva per essere trasformati o venduti a paesi terzi.

 

“Evangelista Torricelli” 512

(ex SS 373 “Lizardfish” classe “Balao”)

 

Manitowoc, nello stato del Wisconsi, si affaccia sul lago Michigan ed il “Lizardfish”, partito dopo la consegna all’ U. S. Navy il 20 gennaio 1945, giunse a Pearl Harbour il 23 marzo; dovette affrontare un lungo trasferimento; attraverso il lago nel canale di Chicago raggiunse la località di Lockport, dove immesso in un bacino galleggiante fu trasportato in Atlantico lungo il fiume Missisipi e poi attraverso il canale di Panama continuò la navigazione per la sua base operativa.

 

Il sommergibile “Lizardfish” entrato nel teatro operativo del Pacifico all’inizio del 1945 ebbe scarsa attività e per le ragioni espresse precedentemente il 24 giugno 1946 fu messo in disarmo.

 

Prima di essere concesso in prestito alla M. M. I. nel 1959 fu sottoposto a lavori di trasformazione in “Fleet Snorkel”, versione limitata per ragioni economiche rispetto al programma “GUPPY”; l’aspetto esterno del battello in confronto a “Tazzoli” e “Da Vinci” differiva solamente nel dritto di prua, che nel “Torricelli” manteneva il profilo originale; il 9 gennaio 1960 ci fu a Pearl Harbour la cerimonia della consegna e il 19 febbraio la partenza per l’Italia; dopo tappe intermedie a Balboa (per il transito nel Canale di Panama), Key West (Florida), Azzorre e Gibilterra, in aprile il “Torricelli” giunse a Taranto; poiché il battello era armato con l’obice da 5 pollici, sistemato a poppavia della vela, durante il trasferimento fu effettuata una prova della sua funzionalità; il contraccolpo fu impressionante e mandò in frantumi a bordo stoviglie e lampadine elettriche; l’arma fu poi sbarcata a Taranto e conservata presso la Scuola Sommergibili.

 

La supposizione che il “Lizardfish” avesse partecipato al film “Operazione sottoveste” è stata smentita; la circostanza è menzionata da Michele Casentino nel suo saggio storico “Sommergibilisti in America” R. M. marzo 2005: il colore rosa che affiorava durante le operazioni di carenaggio era probabilmente da attribuirsi al viraggio della colorazione del minio.

Fonte di provenienza americana riporta che in origine al battello fu assegnato il nome “Luigi Torelli”; comunque consegnato alla M.M.I. come “Evangelista Torricelli” fu impiegato in compiti operativi addestrativi e sperimentali, evidentemente con lo scopo di sperimentare alcune apparecchiature che sarebbero state adottate dai sommergibili classe “Sauro”. Cessata l’attività operativa fu restituito all’U. S. Navy che vendette lo scafo.

 

Cantiere costruzione: Manitowoc Shipbuilding Co., (Manitowoc, Wisconsin U.S.A.)

Impostazione: 14 marzo 1944

Varo: 16 luglio 1944

Consegna a U.S.Navy: 30 dicembre 1944

Disarmo: 24 giugno 1946

Rimesso in servizio per essere trasferito a Pearl Harbour

per i lavori di trasformazione in “Fleet Snorkel”: 16 marzo 1959

Consegna a M.M.I.: Pearl Harbour 9 gennaio 1960

Partenza da Pearl Harbour: 19 febbraio 1960

Arrivo a Taranto: 4 oppure 6 aprile 1960

Disarmo: dall’ 1 luglio 1976

Radiazione: dall’ 1 ottobre 1976

Restituzione ad U.S.Navy: 1976 (nota 1)

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(nota 1)

[Originally to be named LUIGI TORELLI, former LIZARDFISH was transferred to Italy on loan. Shifted from operational duties 5 March 1966, EVANGELISTA TORRICELLI (sometimes spelled TORICELLI) was used for training and experiments. She was discarded in 1976. Former LIZARDFISH was stricken from the US Navy Register on 15 July 1978.“Jane’s Fighting Ships, 1961-62,” p.134; “1976-77,” p.253 says the sub was discarded in 1975, however, she is shown in the 1977-78 edition, page 259, as a training and experimental vessel; she is listed as discarded in 1976, in the 1978-79 edition, page 255, and the 1979-80 edition, page 268.“Conway’s All The World’s Fighting Ships, 1947-1995,” p.212.K. Jack Bauer and Stephen S. Roberts, “Register of Ships of the U. S. Navy, 1775-1990,” p.277]Transcribed by Michael Hansenmhansen2@home.com Decommissioned, and transferred (loaned) to Italy, 9 January 1960; renamed Evangelista Torricelli (S-512); Struck from the Naval Register, 1 July 1976; Final Disposition, discarded by the Italian Navy in 1976, fate unknown. Lizardfish received one battle star for World War II service.

 

http://www.navsource.org/archives/08/08373.htm

 

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“Alfredo Cappellini” 507

(ex SS 336 – AGSS 336 “Capitaine” classe “Balao”)

 

Entrato in servizio all’inizio del 1945, il “Capitaine” fu inviato in Pacifico dove svolse scarsa attività; il 10 febbraio 1950 fu messo in disarmo; fu quindi sottoposto a trasformazione e l’1 luglio 1960 fu classificato AGSS-336 (Miscellaneous Auxiliary Submarine); nel 1966, prima di essere ceduto in prestito alla M. M. I., fu trasformato in “Fleet Snorkel” (versione più economica del programma “GUPPY”); in questo caso, oltre a conservare la prora originale, era stato dotato di una vela diversa da quella del “Torricelli”, perché la carenatura era meno estesa e lasciava scoperta la zona riservata a periscopi, snorkel e radar.

 

Nel 1965 partecipò, insieme al DD 517 “Walker” (denominato in seguito “Fante” nella M. M. I.), ad un film

di Otto Preminger “In Harm’ Way”, ambientato all’attacco a Pearl Harbour da parte del Giappone.

 

Denominato “Alfredo Cappellini”, la consegna alla M. M. I. avvenne a San Francisco; partito da questa base il 20 dicembre 1966, al comando del C.C. Veniero Di Marzio, arrivò a Taranto il 12 febbraio 1967, dove con la consueta cerimonia entrò ufficialmente a far parte della Squadra Navale, attraversando il canale navigabile con la scorta delle motocannoniere “Freccia” e “Baleno”, salutata alla voce dai marinai schierati lungo le banchine e mettendo in mostra la “Fiamma”, per testimoniare la lunga traversata tra America ed Italia; dalla cronaca del Notiziario della Marina dell’epoca si può risalire alle alte cariche militari che presiedettero alla cerimonia: l’ Ammiraglio di Squadra Luciano Sotgiu, Comandante in Capo della Squadra Navale e il Contrammiraglio Pasquale Gigli, Comandante di Maricosom trasbordarono sul battello al largo di Taranto; il Capo di Stato Maggiore della Marina Ammiraglio Alessandro Michelagnoli e il Comandante in Capo del Dipartimento Militare Marittimo Ammiraglio di Squadra Salvatore Pelosi, assistettero alla cerimonia dalla sede dell’Ammiragliato. Cessata l’attività operativa fu restituito all’U. S. Navy che vendette lo scafo.

 

Cantiere costruzione: Electric Boat Co., (Groton, Connecticut U.S.A.)

Impostazione: 2 dicembre 1943

Varo: 1 ottobre 1944

Consegna a U.S.Navy: 26 gennaio 1945

Disarmo: 10 fenbbraio 1950 (posto in riserva presso Mare Island Naval Shipyard)

Rientro in servizio: 23 febbraio 1957 con destinazione San Diego

Classificato AGSS 336 dopo i lavori: 1 luglio 1960

Trasformato in “Fleet Snorkel”: 1966

Consegna a M.M.I.: San Francisco 5 marzo 1966

Partenza da San Francisco: 20 dicembre 1966

Arrivo a Taranto:12 febbraio 1967

Disarmo: dall’ 1 giugno 1977 (nota 2)

Radiazione: 5 dicembre 1977 (nota 3)

Restituzione ad U.S.Navy: 5 dicembre 1977

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(nota 2) secondo una fonte il disarmo risale all’ 1 novembre 1977

(nota 3) nel mio archivio personale ho riscontrato 1 giugno 1978 come data di radiazione,

ma non sono riuscito a trovare la fonte

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“Francesco Morosini” 508

(ex SS 321 – AGSS 321 “Besugo” classe “Balao”)

 

Entrato in servizio il 19 giugno 1944, il “Besugo” fu inviato a Pearl Harbour, dove arrivò il 25 luglio 1944; in Pacifico svolse una proficua attività bellica, affondando diverse unità nemiche; messo in riserva il 21 marzo 1958, rientrò in servizio con la classifica di AGSS-321 (Auxiliary Research Submarine) l’1 luglio 1962; nel 1966 fu trasformato in “Fleet Snorkel” subendo gli stessi lavori del “Capitaine”; dopo la cessione in prestito alla M. M. I. divenne “Francesco Morosini”; partito dall’America all’inizio del 1967 giunse a Taranto il 10 marzo 1967 per la tradizionale cerimonia d’ingresso nella squadra navale.

Dopo aver operato nella Marina Militare per circa un decennio, dopo la radiazione fu restituito all’U. S. Navy,

che vendette lo scafo per demolizione alla ditta Nita Perllo Fedele & Alfonso S.p.A. di Genova per 69.000 dollari.

 

Cantiere costruzione: Electric Boat Co., (Groton, Connecticut U.S.A.)

Impostazione: 27 maggio 1943

Varo: 27 febbraio 1944

Consegna a U.S.Navy: 19 giugno 1944

Disarmo: 21 marzo 1958

Classificato AGSS 336 dopo i lavori: 1 dicembre 1962

Trasformato in “Fleet Snorkel”: 1966

Consegna a M.M.I.: San Francisco 31 marzo 1966

Partenza da San Francisco: inizio 1967

Arrivo a Taranto: 10 marzo 1967

Disarmo: 30 settembre 1974

Radiazione: 15 novembre 1975

Restituzione ad U.S.Navy: 16 aprile 1976

 

CARATTERISTICHE TECNICHE (all’entrata in servizio)

Lunghezza f.t.: 95,02 m

Larghezza max: 8,31 m

Immersione media: 4,65 m

Dislocamento: emers. 1.525 t; immers. 2.415 t

Apparato motore:

4 G.E. da 1.350 HP ciascuno per una potenza complessiva di 5.400 HP

4 MM.EE.PP. da 685 HP per una potenza complessiva di 2.740 HP

1 G.E. ausiliario da 300 HP

2 linee d’asse

Velocità: emers. 20 nodi max; immers. 8,7 nodi max

Autonomia: emersione 11.000 mg a 10 nodi; immers. 100 mg a 2 nodi

Quota operativa max.: 125 m

Equipaggio: 6 ufficiali e 60 sottufficiali e comuni

Armamento:

1 obice da 127/25 mm

1 cannone a.a. da 76/50 mm

1 cannone a.a. da 40 mm

2 mitragliere a.a. da 12,7 mm

2 mitragliere 7.62 mm

6 tubi lanciasiluri A/V da 533 mm

4 tubi lanciasiluri A/D da 533 mm

24 siluri da 533 mm

 

CARATTERISTICHE TECNICHE (dopo la trasformazione in FLEET SNORKEL)

Lunghezza f.t.: 95 m

Larghezza max: 8,3 m

Immersione media: 4,6 m

Dislocamento: emers. 1.846 t; immers. 2.466 t

Apparato motore:

4 Diesel-dinamo per una potenza complessiva di 6.400 HP

4 motori elettrici per una potenza complessiva di 2.750 HP

2 linee d’asse

Velocità: emers. 18 nodi; immers. 10 nodi; con schnorkel 9 nodi

Autonomia: emersione 15.000 mg a 10 nodi; immers. 150 mg a 4 nodi

Quota collaudo.: 125 m

Equipaggio: 80 uomini

 

Armamento:

6 tubi lanciasiluri A/V da 533 mm

4 tubi lanciasiluri A/D da 533 mm

 

FONTI CONSULTATE:

Mario Cecon “L’ evoluzione del sommergibile in Italia dal 2° dopoguerra” – R.I.D. n° 11 - novembre 1993

Alessandro Turrini “Almanacco dei sommergibili” tomo III supplemento alla Rivista Marittima n° 2 - febbraio 2003

Michele Cosentino “Sommergibilisti in America” Rivista Marittima marzo 2005

Notiziario della Marina n° 3 - marzo 1967

http://it.wikipedia.org/wiki

http://www.navsource.org/archives/08/08247.htm

Modificato da BUFFOLUTO
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