Red* Inviato 16 Dicembre, 2010 Segnala Share Inviato 16 Dicembre, 2010 (modificato) Così racconta Cesco Tomaselli nel suo libro " Le Avventure Eroiche-1915-1936 " la finedel Smg "JALEA", del suo equipaggio e come si salvò l'unico superstite, il torpedinieresilurista Arturo Vietri :Un sommergibile nazionale s'è immerso all'altezza di Grado or son vent'anni,il 17 agosto 1915,giusto sul far del giorno.Non è più risalito a galla.Ecco i drammi che a tanta distanza afferrano ancora alla gola.Il sommergibile sarà sempre, pernoi,gente di superficie,un natante diabolico,uno strumento che parla più all'immaginazione che aisensi,una cosa da star a paro con gli squali e coi giganti degli abissi marini.Intorno a un uomo che frequenta l'interno di questi mostri ci dovrebbe essere tanta riverenzacome intorno agli eroi dei poemi nazionali: ma nella vita di ogni giorno chi li conosce ?Sono esseri vestiti alla marinaia come tanti altri: esseri però che,quando fanno parlar di se,o èper corazzate che ribaltano con la chiglia in su,o per convogli di navi che in cinque minuti cancel-lano dall'orizzonte,o per casi come questo che ci accingiamo a raccontare.Il meriggio di quel giorno che è stato visto immergersi dal semaforo di Grado,il JALEA naviga aquota di periscopio,dopo aver posato sul fondo dal mezzogiorno alla una per la colazione degliuomini.Il sommergibile,con a bordo il comandante Giovannini e ventitrè persone fra stato mag-giore ed equipaggio,è uscito da Venezia la sera precedente con la consegna di passare a norddegli sbarramenti in prossimità della costa,proseguire in emersione verso Grado e al far del gior-no immergersi per dislocarsi nel golfo di Trieste,regolandosi in modo da raggiungere Porto Busoverso il tramonto,oppure posarsi sul fondo tutta la notte.Sono le 14,50 del 17 agosto.Il torpediniere silurista Arturo Vietri,di Avellino,che mezz'ora primaè smontato di guardia al periscopio,si è ritirato nei locali dei tubi di lancio di prora,e di là rammentadi aver udito il comandante ordinare al marinaio di guardia ai timoni :" Vieni per 152 ".Subito è iniziata l'accostata per invertire la rotta.In quell'istante è da porsi il disastro.Ora sappiamo che il JALEA è andato a urtare contro un banco di mine austriache di recente collocatoal largo di Grado: ma a bordo non è avanzato tempo di formulare ipotesi che la catastrofe è pre-cipitata addosso a quegli uomini come la valanga in montagna.Nella repentina oscurità che incomincia a puzzar di cloro,qualcuno di prora ha gridato: " Acqua ".Quasi di rimando risuona l'odine del comandante: " Aria a tutto ! ".Sono le uniche parole del dramma.La lancetta del manometro si sposta velocissima;sei metri,otto,undici,tredici,quattordici,e quì si ferma....Tutti hanno avvertito un tonfo,il senso di aver finito di ca-dere,di aver toccato il fondo della propria tomba.Buio,acqua che irrompe gorgogliando,odor di cloro,silenzio: qualcuno già non respira più.Ma sei uomini si dibattono nella luce violacea della torretta.Si,figliuoli,quella è forse l'unica via di scampo.Ma chi ce la fa a sollevare il portello di bronza,spesso450 millimetri,con quattordici metri d'acqua sopra ?Coraggio, ragazzi,spendete l'ultima oncia di fiato,che avete ancora due dita d'aria sopra la testa,duedita che valgono cento braccia........Forza,ora viene.......Chi l'ha aperto ? Pare sia stato il marescialloArmellino,che ci si è messo con tutti i suoi muscoli.Saltato il portello,egli è stato visto partire come untappo. ma gli altri gli sono guizzati dietro a distanza di secondi.A galla si ritrovano: sono sei in cerchio,uno di fronte all'altro,in mezzo a larghe chiazze di nafta,giàquasi irriconoscibili per lo sbilancio di pressione e per i veleni respirati.Chi è quello che sanguina dallafronte ? E' il tenente di vascello Cavalieri.Soffre forse più di tutti.Vietri gli si avvicina e lo aiuta a togli-ersi la scarpe e i pantaloni.Lo stesso fanno il sottocapo Di Biagio,l'elettricista Motolese,il marinaio Gia-cometti: solo il maresciallo Armellino,che è stato schizzato a galla col berretto in testa,si terrà addossoogni cosa.E ora che fare ? Non è difficile arguire quale possa essere il programma di bagnanti in quellecondizioni: cercar di agguantare la più prossima terra.E si direbbe anche abbastanza vicina: a PuntaSalvore,per esempio,pare di poterci arrivar con quattro bracciate.Ma quegli uomini sono dei marinaiitaliani: quantunque lunga sia la via verso la costa friulana,quella essi tenteranno,che ogni altra signi-fi#a nuotare verso la prigionia.Il dramma si sviluppa secondo ordini di fatalità: diciotto giacciono in fondo al mare,cinque maledirannodi aver rivisto il sole per essere così orrendamente giocati dalla sorte; uno solo,il più robusto,il più calmoo il più disperato,vedrà spuntare il nuovo giorno.Così è. In presenza del destino,altro non siamo chefoglie turbinate dal vento: non si sa mai l'attimo in cui la raffica ci poserà,e dove,e se per sempre.Incominciamo a nuotare. Il mare è leggermente increspato,l'aria calda,pesante.La costa di Grado,perchèbassa,non si scorge a fior d'acqua.Per un pò rimangono in gruppo,poi uno si ferma,e un secondo,e unterzo.Fermarsi vuol dire non aver più forza per proseguire,darsi vinto per lo sfinimento o per il crampo.A mano a mano che affogano,gli altri odono un grido,o un appello,o un'invocazione.Ora è la volta del maresciallo Armellino. " Vietri,figlio mio,aiutami,non ne posso più......" " Ma facciacome me, maresciallo, si spogli: ora vengo "Vietri tralascia di svestire Motolese e va verso l'altro. " Maresciallo,si dia forza....." Ma egli ormai nuotaverso un berretto che galleggia.E quattro.Il sole declina,l'aria rinfresca,è triste veder sopraggiungere la sera quando si è naufraghi in mezzo al mare.Motolese sta zitto per quindici o venti metri,poi gli torna l'avvilimento.Che pena non poter soccorrerel'amico come il cuore vorrebbe........Bisogna su col morale,mostrargli come ci si riposa,che in quelle con-dizioni il pericolante è fuori di senno,si attacca alle spalle,il che è come dire affogare in due.E sono amici." Arturo,dammi la mano.Vado giù. " La voce è ormai di un uomo che supplica,allo stremo delle forze." Ebbene,finiremo insieme ", pensa Vietri: e nuota verso il compagno,che una cresta d'onda gli nasconde.Ma anche dopo non vede più nulla.Come è nemico degli amici il mare......Certo egli è andato sotto quandoha gridato: "Arturo,dammi la mano ". Forse non voleva nemmeno esser soccorso: gli bastava veder il voltodell'amico nel momento di abbandonarsi.Ora Vietri è solo.Cerca di raccapezzarsi.Ecco: con uno sforzo potrebbe raggiungere prima di notte la Muladi Muggia,a oriente di Grado.Ma dove sono esattamente gli austriaci ? No: nel dubbio è meglio continuareal largo,puntando verso Grado o la Bassa Friulana.Scende la notte,scura,nuvolosa,con chiarori straniall'orizzonte.Sono i razzi del Carso,è la solita pirotecnica di tutte le notti,ma è insolito vederla così,dal largo,a pelo d'acqua.Ora guizzano vampe sanguigne: ha da essere un bombardamento sul San Michele.Si distinguono i tonfi dei grossi calibri : bo-ouòm,bo-ouòm......Poveri soldati,neanche loro se ne vedrannoil sole domani.......Non si può dire quale sorte sia più precaria: essi sotto le granate dirompenti,la sassa-iuola delle pallette di piombo,la falciata delle mitragliere,egli evaso da una tomba,sperduto in quel marenero,con l'acqua sempre alla gola e il crampo che se gli prende la braccia è come una pallottola alla spinadorsale.Ogni tanto gli si raffredda la spalla sinistra.Deve allor cambiare posizione,e nuotare immerso daquella parte.Nuota economicamente,cercando di risparmiare le forze per quando tornerà il giorno.Non ha ancor vinto il ribrezzo della notte,dell'acqua nera:quando scopre che, agitandola,anche quell'acquacolor inchiostro diventa chiara e fosforescente,vien preso da una contentezza puerile.D'un tratto ha un sussulto.Ha urtato contro qualcosa di viscido e di tentacolare,per cui ha datoun balzoindietro.Il primo pensiero è stato di aver " sentito " qualcuno dei suoi poveri compagni.......Cinque minutidopo,riavendo lo stesso contatto,riderà della precedente paura: ma non sarà abbastanza avveduto da rea-lizzare che un banco d'alghe rappresenta,per un naufrago in quelle condizioni,un'illusione d'appoggio cheha la sua influenza sul morale.Le tre di notte.L'ora dei capolavori e dei delitti,delle sentinelle che s'addor-mentano e dei colpi di mano.Sulle linee è tornata la quiete.Il cannone tace.Qualche razzo zampilla ancorasulle quote dove infuriò il bombardamento.Altrove la guerra sonnecchia.Animo, Vietri,se superi l'alba sei salvo.......Di solito,all'alba,i vecchi muoiono,ma chi vuol conquistarsi ilmondo comincia col sole la sua giornata.Tre anni più tardi,nella semiluce di un'alba Luigi Rizzo affonderàuna coarzzata di linea.Non nuota quasi più.Le forze lo stanno abbandonando.Gli sopraggiunge quella sonnolenza invincibile ch'è ilpreludio dell'estremo abbandono,quasi una forma di soave agonia.Strani pesi gli stirano le braccia e le gambe,dalle stremità intirizzite guizzano lunghi brividi,ha la sensazione che gli lavino la schiena con un acqua gelatagelata. " Ora mi lascio........" mormora a se stesso.Rivede a uno a uno i volti dei cari compagni,che da parec-chie ore hanno finito di penare.Riode le parole del comandante Giovannini,che poteva tentare anche lui disalvarsi e ha preferito restare dento la nave spezzata,insieme con gli uomini che non avevano scampo." Andate......io resto quì......per me è finita " Qualcuno aveva giusto vent'anni.Già,ma anche lui è di quel giro,è della classe 1894,ha ventun anni.Come si fa a morire a ventun anni,come si fa a dire addio alla vitaproprio nel momento in cui si schiude ?Quì bisogna inventare qualcosa per rimettere in circolazione il sangue,per riscaldare i muscoli,per vincerela sonnolenza.Gli viene una pensata: canterà.Non ha mai cantato nella sua vita in quelle condizioni,pochissimiuomini devono esserci al mondo che possano dire di aver fatto altrettanto.Eppure è vero che fa benecantare: tanto vero che il giorno è spuntato ch'egli quasi non se n'è accorto.Improvvisamente ha avvertitocome una carezza calda sulla nuca,e nel medesimo istante gli è brillata dinanzi agli occhi la punta del campaniledi Grado.La salvezza imminente gli ridesta tutte le energie.A trecent metri dalla riva incomincia a chiamare;poi scorge una boa e si dirige a quella,sospirando di potersi attaccare al gavitello e non arriva che a graffiarlo.Solo al quarto tentativo lo agguanta.La felicità di aggrapparsi a un corpo solido gli fa quasi perdere i sensi.Per alcuni minuti rimane avvinghiato aquel cono galleggiante,le unghie conficcate nel minio,il sangue inerte,gli occhi chiusi.Come in un dormivegliaode un megafono che parla dalla riva,poi delle voci vicine che gli fanno alzare la testa;un " topo " vogato damarinai avanza nella sua direzione. " Chi sei ? ",gli gridano dalla barca, " JALEA ",risponde." Il sommergibile affondato ieri ?..... " " Si ".Qualche minuto dopo una piccola folla di soldati e di marinai fa largo sulla banchina a un uomo completamentenudo,che respinge la barella e chiede soltanto una sigaretta,perchè vuol mostrare che una nuotata di sedici orenon manda all'infermeria un marinaio italiano." Acqua,datemi acqua ! ". Ha una sete da commettere un omicidio.Al corpo di guardia un marinaio crede di farbene offrendogli un cognac; egli scaraventa a terra il bicchierino ,che il primo impulso era di tirare in facciaall'imprudente. " Del cognac a uno che muore di sete......." Non osano più contrariarlo.Lo lasciano ingoiareuna dopo l'altra due bottiglie.Ora è calmo,si stropiccia gli occhi,sorride.Che trmnda avventura.....Non gli parvero di esser lì a raccontarla.E deve raccontarla ai superiori,deve raccontarla a Sua Maestà il Re," che vollefacesse subito un telegramma a mamma mia,che allora aveva quattro figli sotto le armi ",deve ripeterla a tuttiquelli che gli reglano una sigaretta,un pettine,un biscotto,pur di farlo parlare.E' felice.Gli hanno promesso la medaglia d'argento.Il capitano di vascello Bonelli,comandante della flottiglia sommergibili,se lo conduce a Venezia n macchinascoperta;egli indossa un uniforme senza stellette e tiene dei giornali sul petto.A Mestre,in un ristorante pienodi ufficiali,tutti commentano il suo aspetto,tutti lo guardano,però nessuno commette l'indiscrezione di daman-dargli chi sia.Se un capitano di vascello se lo porta dietro in quello stato,ci sarà la sua ragione.E'trasognato.Gli par sempre di nuotare.Così suppone che debbano camminare i sonnamubuli sugli spigoli deitetti.Ed ecco che viene la sera,ed egli ritorna sulla nave-appoggio dei sommergibili,come se tutta quella storiafosse stata realmente un'allucinazione.E' già suonato il silenzio.Egli va diretto al suo quadrato,senza pensare a nulla,desideroso soltanto di buttarsisu un letto.Sopra la solita porta legge : " JALEA ". Si affaccia,e vede una cosa che doveva pure immaginare,s avesse un pò riflettuto: vede i posti vuoti,le brande fatte a sacco,le plance senza cassette.Nessuno di quelli che hanno ancora il nome nella targhetta riposerà più su quelle brande.Questa volta non riesce più a dominarsi;gli viene un pianto convulso che dura qualche minuto.Poi automa-ticamente,scioglierà la catenella della branda su cui è scritto " Vietri Arturo,matricola 39.120 ",si tirerà lacoperta sulla faccia e proverà a dormire.FINEONORI A LORO Il sommergibile "JALEA" esce da Venezia per l' " agguato " che finì tragicamente.Nel tondo,il silurista Arturo Vietri.Uploaded with ImageShack.us Modificato 27 Settembre, 2017 da Red Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
topazio Inviato 16 Dicembre, 2010 Segnala Share Inviato 16 Dicembre, 2010 Incredibile e toccante storia :s06: . Grazie Red per avercela così abilmente narrata! :s20: Qualcuno un giorno definì "sacri battelli" i sommergibili affondati. Ritengo che mai definizione fu più significativa. Per me saranno per sempre "Sacri Battelli".... Saluti Topazio Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Charlie Bravo Inviato 16 Dicembre, 2010 Segnala Share Inviato 16 Dicembre, 2010 Ciao Red, grazie per aver proposto questo articolo e se è impressionante l'articolo figuriamoci la realtà. Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Argo75* Inviato 16 Dicembre, 2010 Segnala Share Inviato 16 Dicembre, 2010 Sullo Jalea e la sua tragica fine prossimamente forse vi riserverò una sorpresa... per il momento non vi anticipo nulla dato che sto stabilendo i primi contatti e non so come andrà a finire questa cosa. :s02: Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Red* Inviato 16 Dicembre, 2010 Autore Segnala Share Inviato 16 Dicembre, 2010 Caro Stefano, credo di capire di che si tratta !!! Spero che tu riesca !!! Un salutone !!! Gianni Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
480 Inviato 16 Dicembre, 2010 Segnala Share Inviato 16 Dicembre, 2010 Molto commovente. L'ho letta tutta di un fiato e la storia (che non conoscevo) mi ha colpito molto. Chissà quante storie del genere sono avvebute durante la guerra e nessuno è sopravvisuto per potercela raccontare. Mauro Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
STV(CP) * Inviato 16 Dicembre, 2010 Segnala Share Inviato 16 Dicembre, 2010 Grazie Comanante Red, storia veramente toccante. Onori ai ragazzi dei sommergibili che sono rimasti sott'acqua di guardia ai loro battelli. Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Red* Inviato 18 Dicembre, 2010 Autore Segnala Share Inviato 18 Dicembre, 2010 (modificato) Caro STV sempre Onori per quei ragazzi !!! Argo ed io a Redipuglia, dove l'equipaggio riposa, abbiamo voluto ricordarlo. RED Modificato 18 Dicembre, 2010 da Red Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
pineli Inviato 30 Novembre, 2012 Segnala Share Inviato 30 Novembre, 2012 La storia dello Jalea e del suo sfortunato equipaggio raccontato sulla base di un dossier familiare. http://www.file-pdf.it/2012/11/30/pindinellicarminejaleaarticolo/pindinellicarminejaleaarticolo.pdf Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Red* Inviato 30 Novembre, 2012 Autore Segnala Share Inviato 30 Novembre, 2012 (modificato) Gentile Com.te PINELI,(Pindinelli ?!!!) ho il cuore che palpita e gli occhi umidi !!! Non so se sarò capace di scrivere con serenità qualche parola di ringraziamento per l'articolo che gentimente ci hai inviato e che ho letto d'un fiato con vero interesse ed emozione !!! E non può essere diversamente, giacchè ormai forse da più di vent'anni,mi reco al caro Sacrario di Redipuglia dove insieme agli altri nostri Caduti riposano i nostri Marinai del "Jalea" e credo che uno di quei cari sia tuo zio !!! Proprio lì,in quel 22°Gradone dove riposano, io sosto cercando di meditare e pregare per i nostri Caduti con il viso rivolto sempre verso Loro ,ed altre volte insieme al caro nostro Com.te Argo mi sono recato per rendere i nostri modesti Onori . Anche il nostro Direttore,in occasione del 1°Raduno Nazionale dei Sommergibilisti,trovandosi a Monfalcone ha espresso il desiderio di recarsi al Sacrario per rendere Loro onori,cosa che ha fatto con vero sentimento di Sommergibilista e d' Italiano !!! Credo nella Sez. "Le Altre Forze Armate",potrai vedere delle foto fatte ai cimeli ritrovati sul sommergibile,conservati all'interno di un armadietto in vetro;vi sono delle fotografie dei componenti l'Equipaggio ed diversi oggetti. Il titolo originale del racconto da me sopra riportato è questo : " La nuotataccia " di Arturo Vietri- Tratto da "Le avventure eroiche" di Cesco Tomaselli- Ed.A.Mondadori-1937 Uploaded with ImageShack.us Grazie ancora Com.te PINELI spero un giorno poterti incontrare in qualche nostro Raduno !!! RED P.S: Nel caso tu avessi ancora qualche articolo o foto che ritieni poterci inviare ne saremmo felici !!! Grazie Modificato 30 Novembre, 2012 da Red Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
pineli Inviato 1 Dicembre, 2012 Segnala Share Inviato 1 Dicembre, 2012 Grazie per le parole usate nei miei confronti ma soprattutto per quel sentimento di patriottismo e di dedizione alla Patria nostra che hai voluto esprimere. Io purtroppo non ho potuto seguire la via del mare come aveva fatto mio zio e mio padre e la mia esperienza militare l'ho compiuta in seno al Savoia cavalleria dove già aveva militato mio cugino, il maggiore Raffaele Pindinelli forse meglio noto come Raf Pindi, l'attore di tanti film degli anni '50 la cui biografia ho postato su Wikipedia. Se sono in linea con gli obiettivi di questo forum potrei postare qualche pagina di giornale relativo allo Jalea e al suo recupero con la lettera di Arturo Vietri mandata ai miei cari. Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Red* Inviato 2 Dicembre, 2012 Autore Segnala Share Inviato 2 Dicembre, 2012 (modificato) Com.te Pineli, grazie per la tua gentile risposta !!! Gli articoli riguardanti il Smg.Jalea sono certamente in linea con questa discussione e saranno certamente oggetto d'attenzione da parte di tutti Noi ! Graditissima sarà anche la lettera inviata dal Sil.Arturo Vietri ai tuoi cari !!! Spero poter ritrovare la foto della vetrinetta con i cimeli dei sommergibili "Jalea" e "Medusa" così potrò postarla. Purtroppo non ho avuta l'occasione di vedere nessuno dei film interpretrati dal tuo cugino Magg.di Cavalleria ed attore Raffaele Pindelli (Raf Pindi). Grazie comunque per avercelo reso noto !!! Nell'attesa dei tuoi invii ricevi i miei cordiali saluti . RED Modificato 2 Dicembre, 2012 da Red Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
pineli Inviato 20 Dicembre, 2012 Segnala Share Inviato 20 Dicembre, 2012 Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
pineli Inviato 20 Dicembre, 2012 Segnala Share Inviato 20 Dicembre, 2012 Le due immagini si riferiscono alla lettera inviata da Arturo Vietri a mio nonno Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
pineli Inviato 20 Dicembre, 2012 Segnala Share Inviato 20 Dicembre, 2012 Cartolina mandata da mio Padre al Sindaco di Trieste. Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
pineli Inviato 20 Dicembre, 2012 Segnala Share Inviato 20 Dicembre, 2012 Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Red* Inviato 21 Dicembre, 2012 Autore Segnala Share Inviato 21 Dicembre, 2012 (modificato) Grazie di cuore Com.te Pineli per aver condiviso con con Noi questi importanti e toccanti documenti !!! E' sempre bene renderli noti affinchè alcuni episodi della nostra Storia ed i sacrifici di Coloro che la resero grande ed eroica non rimangano nel buio dell'ignoranza !!! Oggi abbiamo bisogno più che mai far conoscere alle nuove generazioni il valore dei nostri Caduti e di tutti Coloro che diedero la loro giovinezza per amore della nostra Italia !!! Anche questo è uno dei principii ai quali si ispira la nostra Ass.Culturale Betasom ed infatti il suo motto è " Per non dimenticare ". Con l'invio dei tuoi interessanti documenti hai resa più ricca questa nostra pagina di Storia e te ne siamo veramenti grati !!! Spero tu voglia frequentare ancora questo nostro Forum; ne saremmo grati ed onorati !!! Grazie !!! Augurandoti un Buon Natale ed un felice Anno 2013 gradisci i miei cordiali saluti . RED P.S.: Questa estate quando andrò al Sacrario di Redipuglia farò delle foto e metterò un fiore . Modificato 21 Dicembre, 2012 da Red Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Argo75* Inviato 21 Dicembre, 2012 Segnala Share Inviato 21 Dicembre, 2012 Qui a Monfalcone quest'anno in memoria dei caduti dello Jalea e degli uomini che recuperarono il relitto è stato inaugurato un cippo http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2012/06/07/news/cippo-ricorda-i-caduti-dello-jalea-1.5216342 Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Red* Inviato 21 Dicembre, 2012 Autore Segnala Share Inviato 21 Dicembre, 2012 (modificato) Bellissimo !!! Grazie Com.te Argo, anche per aver reso noto l'articolo al quale il nostro Com.te Pineli sarà certamente interessato !!! RED Modificato 21 Dicembre, 2012 da Red Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
BERILLO* Inviato 22 Dicembre, 2012 Segnala Share Inviato 22 Dicembre, 2012 Grazie C.te Pinelli,..Grazie C.te Argo... BERILLO Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Red* Inviato 29 Settembre, 2013 Autore Segnala Share Inviato 29 Settembre, 2013 (modificato) Comandanti, alla fine dello scorso anno avevo promesso al Com.te Pineli (Pindinelli) che mi sarei recato al Sacrario Redipuglia per mettere dei fiori ai Caduti del Smg.Jalea dove riposa fra gli altri il suo congiunto Fuochista A.- Pindinelli Carmine e fare delle foto . Ho voluto mantenere la promessa ed in rappresentanza di Noi tutti ho reso gli Onori a tutti i Caduti di quel Sommergibile. ONORI a Loro RED Uploaded with ImageShack.us Uploaded with ImageShack.us Modificato 29 Giugno, 2015 da Red Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Massimiliano Naressi * Inviato 29 Settembre, 2013 Segnala Share Inviato 29 Settembre, 2013 (modificato) Onori ai caduti dello Jalea . Modificato 29 Settembre, 2013 da Massimiliano Naressi Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Squadrag54 Inviato 30 Settembre, 2013 Segnala Share Inviato 30 Settembre, 2013 onori ai caduti. Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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