Betasom Inviato 4 Dicembre, 2006 Segnala Share Inviato 4 Dicembre, 2006 Ho bisogno dell'aiuto di tutti voi per trovare informazioni, note biografiche, aneddoti, sul Comandante Salvatore Pelosi, M.O.V.M. Il punto di partenza, ovvero il materiale che è stato raccolto fin'ora è molto scarno: Comandante del Smg. TORRICELLI, in Mar Rosso, il 23 giugno 1940, costretto ad emergere per i danni subiti da precedenti azioni nemiche, al largo di Aden affronta in superficie tre cacciatorpediniere e due cannoniere inglesi. Nell'ìmpari combattimento, il TORRICELLI colpisce a morte il C.T. "KHARTOUM", che affonderàpiù tardi, e danneggia la Cann. "SHOREHAM". Poi, accerchiato e senza scampo, per evitare la cattura è costretto all'autoaffondamento. Il Com.te PELOSI, ferito e privo di sensi, è trascinato a mare dai suoi uomini. Gli inglesi, ammirati, Gli tributano subito gli onori delle armi. Il materiale andràinserito in un progetto che sto ultimando in questi giorni, quindi l'aiuto di tutti è più che gradito, sopratutto perchè mi aiuterebbe a completare il lavoro e mi permetterebbe di concludere questa attivitàper Betasom. Alcuni di voi possono intuire quale sia l'attivitàmisteriosa, agli altri lascio una sana curiosità... :s02: Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Argo75* Inviato 4 Dicembre, 2006 Segnala Share Inviato 4 Dicembre, 2006 Non so se possa essere utile... Tratto dal libro "Le medaglie d'oro al valore" edito dall'ufficio storico della Marina Militare. Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Pesce persico (e costruttivo...) Inviato 4 Dicembre, 2006 Segnala Share Inviato 4 Dicembre, 2006 Dal sito di Mamma Marina: Nacque a Montella (Avellino) il 10 aprile 1906. Allievo dell'Accademia Navale di Livorno dal 1921, nel 1923 conseguì la nomina a Guardiamarina, prendendo imbarco prima sulla nave da battaglia Caio Duilio a quindi sull'incrociatore Libia dislocato in Estremo Oriente, dal quale sbarcò poi in Cina per essere destinato presso il Distaccamento Marina di Tientsin tenuto da un Reparto del "Battaglione San Marco". Rimpatriato per la frequenza del Corso Superiore all'Accademia Navale, dove si specializzò nella direzione del tiro, promosso Tenente di Vascello, imbarcò sul cacciatorpediniere Bettino Ricasoli e sull'esploratore Pantera con l'incarico di Direttore del Tiro e poi sull'incrociatore Bolzano con l'incarico di Ufficiale di rotta. Nel 1933 imbarcò sull'incrociatore Gorizia con il quale partecipò alle operazioni militari durante il conflitto italo-etiopico (1935 - 1936). Successivamente ebbe il comando di una Squadriglia di MAS in Sicilia e, al comando di una torpediniera, partecipo poi alle operazioni militari in Spagna. Promosso Capitano di Corvetta ebbe il comando di vari sommergibili ed all'inizio del secondo conflitto mondiale quello del Torricelli, dislocato in Mar Rosso. Ferito nel combattimento del 23 giugno 1940 - che lo vide impegnato in un aspro duello d'artiglieria contro soverchianti forze navali di superficie inglesi alle quali inflisse notevoli danni - e perduta l'unitàal suo comando, fu tratto in salvo dai suoi stessi marinai e successivamente fatto prigioniero dagli inglesi. Rimpatriato nel 1945 e promosso Capitano di Fregata con anzianitàretroattiva 1942, fu prima nominato Capo di Stato Maggiore del Comando Sommergibili e successivamente Comandante Superiore dei Sommergibili. Nel 1948, dopo il periodo di comando sul cacciatorpediniere Alfredo Oriani, fu promosso Capitano di Vascello; frequentò l'Istituto di Guerra Marittima e dal dicembre 1949 all'agosto 1951 ebbe prima il comando della Marina Militare italiana in Somalia, nel periodo di protettorato fiduciario italiano in quella ex colonia, e poi assunse l'incarico di Capo di Stato Maggiore presso il Comando in Capo del Basso Tirreno. Dal 1952 al 1953 ebbe il comando delle Forze Navali Costiere e quindi, con imbarco sull'incrociatore Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi, l'incarico di Capo di Stato Maggiore della 2a Divisione Navale, che mantenne fino al luglio 1954, quando assunse l'incarico di Capo di Stato Maggiore presso il Comando Militare Marittimo della Sicilia. Promosso Contrammiraglio il 1° gennaio 1957, frequentò poi il Centro Alti Studi Militari e fu Ispettore delle Scuole C.E.M.M.. Promosso Ammiraglio di Divisione assunse prima il comando del Dragaggio e poi quello del Comando Militare Marittimo Autonomo in Sicilia e con la promozione ad Ammiraglio di Squadra nel 1964, fu nominato Comandante in Capo del Dipartimento Marittimo dello Ionio e del Basso Adriatico e Presidente della Commissione Ordinaria di Avanzamento. Fu, inoltre, Presidente del Consiglio Superiore di Marina. Nel 1969 fu posto in ausiliaria per raggiunti limiti di eta. Salvatore Pelosi morì il 24 ottobre 1974. Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
magico_8°/88* Inviato 8 Dicembre, 2006 Segnala Share Inviato 8 Dicembre, 2006 (modificato) Ho bisogno dell'aiuto di tutti voi per trovare informazioni, note biografiche, aneddoti, sul Comandante Salvatore Pelosi, M.O.V.M. Il punto di partenza, ovvero il materiale che è stato raccolto fin'ora è molto scarno: Il materiale andrà inserito in un progetto che sto ultimando in questi giorni, quindi l'aiuto di tutti è più che gradito, sopratutto perchè mi aiuterebbe a completare il lavoro e mi permetterebbe di concludere questa attività per Betasom. Alcuni di voi possono intuire quale sia l'attività misteriosa, agli altri lascio una sana curiosità ... :s02: Anche se in ritardo ti allego uno stralcio del racconto, del combattimento tratto da LE OPERAZIONI IN AFRICA ORIENTALE Cap. di Vascello r. n. PIER FILIPPO LUPINACCI Amm. di Squadra r. d'o. ALDO COCCHIA edito dall'USMM - Roma 1961 8. LO STRENUO COMBATTIMENTO DEL Torricelli. Il 14 giugno 1940 il Ferraris, come vedremo nel paragrafo seguente, rientrava a Massaua, avendo dovuto interrompere la missione nella zona di agguato davanti Gibuti, per avaria alle batterie di accumulatori. In sua sostituzione partiva subito il Torricelli (capitano di corvetta Pelosi). Dopo una sosta ad Assab nei giorni 16 e 17 per riparare alcune avarie, e dopo aver superato lo Stretto di Bab el Mandeb, il Torricelli raggiunse all'alba del 19 la zona (vedi cartina n. 4) e mantenne l'agguato nonostante le difficoltà nautiche, la violenza del mare e le precarie condizioni ambientali del battello nel cui interno si dovevano sopportare temperature intorno ai 45° con umidità del 100%. La sera dello stesso 19 il sommergibile ricevette però da Massaua l'ordine di spostarsi la sera del 21 nella zona limitata a nord dal parallelo dell'isola di Muscia ed a levante dal meridiano di Arab Shoal, di rimanere fino al 24 luglio in tale zona e, in caso di necessità , di spostarsi verso sud est. La nuova zona assegnata era praticamente costituita da un triangolo di circa 12 miglia di lato la cui base era rappresentata dalla costa somala con scogli e bassi fondali, e il vertice dall'Arab Shoal, bassofondo dell'estensione di qualche miglio, con fondali minimi di circa 4 metri. Ritenendo potesse esservi qualche errore nella compilazione del radiomessaggio il comandante Pelosi ne domandò conferma. Ricevuta la conferma richiesta, il Torricelli raggiunse la nuova zona il 21, e lo stesso giorno fu sottoposto a intensa caccia da parte di cacciatorpediniere nemici che operavano con bombe e probabilmente con torpedini da rimorchio. E' presumibile che il Comando di Aden sia stato messo in allarme dallo scambio di radiotelegrammi di due giorni prima, e non è da escludere che li abbia anche decrittati, o addirittura decifrati se era in possesso - cosa che abbiamo detto non potersi escludere dei cifrari del Galilei. Le bombe provocarono agli impianti ed ai macchinari di bordo danni di tale entità da rendere impossibile la ulteriore permanenza del sommergibile in zona d'agguato; il comandante decise pertanto di rientrare a Massaua. La navigazione presentava difficoltà nautiche non lievi; tuttavia alle prime ore del mattino del 23 il Torricelli attraversava diretto verso il Mar Rosso lo Stretto di Bab el Mandeb. Alle 4,30, avvistata a breve distanza una silurante avversaria, il sommergibile prese la rapida immersione e non subì gravi danni dal susseguente attacco con lancio di bombe. L'azione non durò a lungo e, quando l'ascolto idrofonico rivelò che l'unità nemica si stava allontanando verso Perim, Pelosi studiò la situazione e considerato: - che l'ora avanzata e la corrente contraria impedivano di allontanarsi in immersione dalla zona prima dell'alba; - che per posarsi sul fondo sarebbe occorso navigare piuttosto a lungo prima di trovare fondali adatti, e navigare per giunta a forte andatura a causa della corrente, col rischio di farsi sentire dal nemico; - che sarebbe poi stata necessaria un'immersione di durata non tollerabile dall'equipaggio le cui condizioni fisiche erano poi menomate in seguito ad avaria dell'impianto di condizionamento d'aria; - che durante il giorno la posizione del sommergibile sarebbe stata perfettamente individuata a causa delle perdite di nafta; - che l'entità dell'offesa subita, e le informazioni avute prima della partenza da Massaua, autorizzavano a ritenere quasi certo che l'unità attaccante fosse una cannoniera con velocità di 13 nodi, mentre il Torricelli era in condizioni di raggiungere i 18 nodi; ritenne opportuno venire a galla per allontanarsi dalla zona alla massima forza in superficie, cercando di raggiungere la protezione delle batterie di Assab. Un'esplorazione col periscopio, favorita dalla luna piena e dai primi chiarori dell'alba, consentì di scorgere di poppa una cannoniera, molto lontana, che con rotta opposta dirigeva verso Perim. Il sommergibile emerse, si preparò a combattere in superficie con tutti i mezzi e mise i motori alla massima forza: 17 nodi e mezzo. Dopo circa cinque minuti si vide la cannoniera invertire la rotta e dirigere verso il sommergibile; poco dopo una seconda cannoniera apparve dalla direzione dei "Sette fratelli" e dopo qualche altro minuto tre cacciatorpediniere spuntavano a tutta forza dal Piccolo Stretto di Bab el Mandel. Si trattava dei Ct Kandahar, Kingston, Karthum da poco giunti dall'Atlantico e particolarmente attrezzati per la caccia ai sommergibili, e delle cannoniere Indo e Shoreham. Sono circa le 5,30 del 23 giugno 1940. Le cinque unità britanniche coprono tutto l'orizzonte, sono armate complessivamente con 22 cannoni da 120 o da 100 mm e con un centinaio di mitragliere di vario calibro, ma Pelosi decide d'ingaggiare egualmente il combattimento in superficie benchè il Torricelli non disponga che di un solo cannone da 100 e di quattro mitragliere da 13.2; e qui è opportuno trascrivere integralmente la relazione compilata dalla Commissione d'inchiesta per la perdita dell'unità: « Alle 5,30 è precisato nella relazione con perfetta scelta di tempo e un alto spirito di aggressività , il sommergibile apri il fuoco col cannone alla distanza di 5.000 metri. « Il nemico rispose quasi immediatamente, ed ebbe cosi inizio l'impari combattimento durato circa 40 minuti, fra 3 Ct tipi Karthum, ciascuno armato con 6 cannoni da 120 e 28 mitragliere di vario calibro, e 2 cannoniere, contro un sommergibile armato con un cannone da 100 e 4 mitragliere da 13.2. « Il secondo colpo del Torricelli colpi la cannoniera Shoreham che poi nel pomeriggio dovette rientrare ad Aden per riparazioni. « Il sommergibile circondato dalle salve delle cinque unità nemiche manovrò con calma e perizia per ostacolare l'aggiustamento del tiro, continuando a sparare con ritmo serrato con il suo unico cannone, che inceppatosi varie volte fu prontamente rimesso in efficienza sotto l'infuriare del fuoco nemico. « Le cannoniere dopo la prima fase del combattimento cominciarono a scadere, e una di esse accostò in fuori allontanandosi. I tre Ct si avvicinavano con circospezione cercando di allargare il « beta » per circondare il sommergibile. « Appena nel cerchio di lancio il comandante lancio in tempi successivi i quattro siluri di poppa che furono evitati dal nemico con accostate perchè le scie erano visibilissime nella calma del mare; le accostate contribuirono a scombinare il tiro dell'avversario. Il sommergibile si spostava ormai in una larga scia di nafta uscente dalle casse esterne. A distanza ravvicinata i Ct iniziarono il tiro anche con le mitragliere di maggior calibro i cui colpi falciarono lo scafo e le soprastrutture. Appena a distanza anche il sommergibile iniziò il tiro con le mitragliere, con evidenti risultati sulle plance dei Ct nemici. « Alle 6,05 il sommergibile ricevette un colpo nella cassa assetto prodiera. Il proiettile, scoppiando, provocò l'entrata di acqua nella camera di lancio senza però sfondare la paratia. I timoni di prora furono parzialmente asportati dal tiro delle mitragliere nemiche. Contemporaneamente il comandante Pelosi rimase ferito al malleolo destro da una scheggia». Dalla relazione del comandante Pelosi: « Alle 6,08 si verifica avaria al timone verticale, con violenta accostata del sommergibile sulla sinistra. Le unità avversarie tentano l'abbordaggio, continuando il tiro con tutte le armi. I proiettili che esplodono tutti intorno al sommergibile lasciano miracolosamente illeso il personale. Alle 6,10 il sommergibile è pressochè accerchiato dalle unità avversarie che rovesciano su di esso, da brevissima distanza, un poderoso volume di fuoco. La situazione avrebbe avuto il suo epilogo tra pochi istanti, con la distruzione dell'unità e la perdita dell'equipaggio. Il combattimento, che durava da 40 minuti, e l'enorme sproporzione tra le forze contrapposte non lasciavano dubbi. Ritenendo pertanto che l'onore del Torricelli e della sua bandiera fosse stato tutelato, affermato ed esaltato, e che non vi fosse più tempo di arrecare ulteriori offese al nemico, ho deciso di affondare il sommergibile salvandone l'equipaggio. Ordino quindi l'affondamento, e non appena avuta assicurazione dell'ufficiale in 2ª dell'esecuzione dell'ordine, ordino l'abbandono della nave. L'equipaggio si rifiuta di scendere in mare senza il suo comandante. Ripeto l'ordine, facendo presente che non vi è tempo da perdere». Ancora dalla relazione della Commissione d'inchiesta: « Il comandante Pelosi, mentre il sommergibile affondava, fu trascinato in mare dall'equipaggio e tenuto a galla poichè era impossibilitato a muoversi e nuotare a causa della ferita e dello stordimento provocato dalle granate. Il sommergibile scomparve lentamente con la bandiera a riva, salutato spontaneamente alla voce dell'equipaggio. « Il gruppo dei naufraghi in cui si trovava il comandante fu raccolto dopo circa 10 minuti dal Ct Kandahar; il secondo gruppo, in cui era l'ufficiale in 2ª, fu raccolto dal Ct Kingston. « Il Karthum dopo aver raccolto due naufraghi abbandonò la zona; il Kandahar e il Kingston diressero per Aden. « Il comandante Pelosi seppe in seguito che il Karthum all'imboccatura del porticciolo di Perim affondò per esplosione del deposito di munizioni di poppa per incendio provocato dai colpi del Torricelli (1). « A bordo del Kandahar il comandante Pelosi fu ricevuto con gli onori militari». Un'osservazione è opportuna, ed è stata fatta dalla Commissione d'inchiesta, circa il modo in cui gli inglesi hanno condotto il combattimento. E' indubbio che, data la durata dello scontro, la serrata distanza, la preponderanza delle forze nemiche, i danni subiti dal Torricelli non sono proporzionati all'entità dell'offesa. E' da ritenersi perciò che il nemico si fosse proposto di catturare il sommergibile più che di affondarlo; probabilmente proprio per questa ragione i tre caccia fecero uso prevalente, se non esclusivo, delle mitragliere, nella speranza di eliminare o quanto meno di terrorizzare il personale. Ma fortunatamente, e a differenza del Galilei, il Torricelli non fu privato del comandante e dei suoi ufficiali e sottufficiali più anziani (2)». (1) In realtà sul Karthum esplose il serbatoio di un siluro colpito dalla scheggia di una granata del Torricelli e provocò l'affondamento del Ct britannico, (2) Al suo ritorno in patria il comandante Pelosi fu decorato con medaglia d'oro al valor militare. Io lo so :s10: :s10: magico_8°/88 p.s. Eric io sto penando per... [CENSURATO da Scirè].... :s11: :s11: :s11: :s11: :s51: :s15: Modificato 20 Febbraio, 2011 da magico_8°/88 Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
guglievan Inviato 16 Febbraio, 2007 Segnala Share Inviato 16 Febbraio, 2007 Vidi spesso l'ammiraglio Pelosi al Circolo ufficiali di Roma. Mio padre, ufficiale di marina, dopo che andò in congedo, "ereditò" il suo attendente, che ne aveva un ricordo molto gradito, definendolo una persona cortese ed alla mano. Non era sposato ed abitava al quartiere Flaminio Saluti Guglielmo Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
xtgold Inviato 1 Marzo, 2007 Segnala Share Inviato 1 Marzo, 2007 (modificato) C.te Betasom, dell'Amm. Pelosi forse ricordo la sua presenza alle scuole cemm di taranto (65/67) per alcune ricorrenze, tipo premiazioni sportive o cresimandi di leva. Ti allego due link dove mi sembra che sia lui. se ti servono le foto puoi tranquillamente scaricarle con citazione di ANMI Lugo. http://www.racine.ra.it/anmilugo/foto_cemm/cemm_d.luigi2.JPG http://www.racine.ra.it/anmilugo/foto_cemm/award.jpg http://www.racine.ra.it/anmilugo/foto_cemm/cemm_d.luigi.JPG A finco di Pelosi c'è il Com. Cabrini MOVM quindi secondo me sono due foto "storiche". ad majora xtgold :s01: :s11: :s10: Modificato 1 Marzo, 2007 da xtgold Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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