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Smg Uarshiek: Trucidati I Superstiti


walter leotta

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Il 15 dicembre 1942 a sud di Malta il caccia britannico Petard e il greco Queen Olga affondavano il sommergibile UARSHIEK.

 

Ebbene secondo quanto riportato da Hugh Sebag-Montefiore nel suo libro "Il codice Enigma" (pagina 265) il comandante del Petard fece sparare, anzi, fece fuoco PERSONALMENTE con una mitragliatrice contro i marinai italiani che si stavano arrendendo. Questo è il senso della testimonianza riportata dal medico di bordo del caccia britannico: «Tutto l’equipaggio tranne il comandante erano sicuri che l’equipaggio italiano non rappresentasse per noi più alcun pericolo».

 

Rientrati in porto, il medico fece immediatamente rapporto all’Ammiragliato. Sta di fatto che dopo poche settimane il comandante fu sbarcato e nel corso dei restanti anni del conflitto assunse solo incarichi amministrativi. Nel lasciare il Petard, ai suoi uomini l’ufficiale disse che la rimozione era dovuta «a un calo della vista».

 

HMS PETARD

 

hmspetard1946inmedut0.jpg

Modificato da walter leotta
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Direi che questa notizia se accertata inquesti termini sarebbe l'esatto contrario di quella della Targa Commemorativa dei veterani americani per il tenente tedesco. Capisco ma non giustifico le convenienze belliche nella gestione del personale ma una pura sanzione amministrativa per una efferatezza del genere mi sembra una porcheria.

Qui ci voleva la collina del disonore.

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Se le cose andarono effettivamente come le racconta il libro, non c'è dubbio che si trattasse di un criminale di guerra.

Bisognerebbe capire i motivi del comportamento della Royal Navy.

Avendolo sbarcato, qualche cosa devono avere trovato ... questo sarebbe il caso in cui avere "in mano" gli archivi inglesi della II GM sarebbe cosa ottima.

Saluti.

 

Odisseo

Modificato da Odisseo
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Thornton, Mark

c. 1907 - 21.11.1982

 

(09.1939) Commanding Officer, HMS Scimitar (destroyer) (Portsmouth)

 

11.03.1940 (12.1941) Commanding Officer, HMS Harvester (destroyer)

 

28.04.1942 - 01.1943 Commanding Offficer, HMS Petard (destroyer)

 

(02.1943) no appointment listed

 

01.04.1943 - (06.)1943 HMS Monck (HQ Combined Training, Largs)

 

(08.1943) - (06.1944) Amphibious Warfare Branch, Combined Operations HQ

 

07.03.1945 - (04.1946) on staff of Flag Officer, Naval Air Stations [HMS Daedalus (RN Air Station, Lee-on-Solent)]

 

(07.1948) no appointment listed

 

15.02.1950 - (05.1950) Commanding Officer, HMS Boxer (destroyer) & as Commander (D) Portsmouth

 

23.02.1951 - (05.)1953 Commanding Officer, HMS Royal Albert

 

10.08.1953 - (01.1956) Admiralty Liaison Officer for Merchant Navy, Liverpool (and for RNR Liaison Duties) [HMS President]

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Comunque per ogni considerazione definitiva bisognerebbe avere la certezza assoluta degli avvenimenti.

 

 

Concordo. Proprio per questo esprimere giudizi severi senza conocere in modo approfondito i fatti, mi pare un po' azzardato. Sarebbe interessante averne maggiori documenti, per potere dare un giudizio sereno ed approfondito.

 

Luca

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ho avuto contatti con un naufrago dello Uarshek tanti anni fà, che mi raccontò i fatti proprio in questo modo. mi disse anche che a fine guerra furono in molti a fare rapporto su questo evento e questo significa che all'uSMM qualcosa si dovrebbe trovare.

 

purtroppo so benissimo che non è un sigillo all'evento però è qlc che fà pensare....

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Sull'affondamento dello Uarsciek, e sull'inchiesta da parte italiana che ne seguì, c'è un ottimo saggio di F. Prosperini sul Bollettino d'Archivio dell'USMM, giugno 2006. In verità vi si affrontano principalmente le questioni dei ritardi e delle incomprensioni da parte dell'equipaggio, che portarono a consentire agli inglesi di salire a bordo del battello prima che affondasse.

Nel saggio sono riferite due azioni di fuoco a spazzare la coperta del sommergibile: nella prima, immediatamente successiva all'affioramento, rimasero uccisi il Comandante, il tenente e il nostromo; a quel punto l'Ufficiale di Rotta diede ordine di abbandonare il battello, e fu mentre l'equipaggio iniziò ad uscire che partirono nuove raffiche dirette in particolar modo alla zona prodiera del cannone.

Questo secondo episodio naturalmente è quello che lascia più dubbi, anche se da parte inglese potrebbe dirsi che si era sparato per prevenire eventuali risposte al fuoco da parte italiana.

Fatto sta che nel saggio in questione non si fa cenno alla ipotizzata proditorietà e inutilità della (seconda) azione di fuoco.

Modificato da GM Andrea
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Visitatore luciano pietri

certo che giudicare oggi un evento del genere non è facile.

con il clima odierno anche solo leggere il resoconto dell'evento ti fa provare un moto potente di riprovazione e di condanna, non so se a poter giudicare nei giorni in cui avvenne ,la condanna netta sarebbe la stessa o potrebbe risentire del diverso contesto , rispetto ad oggi, in cui avvenne.

Comunque di sicuro non è un comportamento degno di un comandante che dovrebbe poter mantenere la necessaria freddezza in ogni frangente.

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Ringrazio Andrea per il resoconto. Io, al contrario, ne traggo una sensazione opposta. Per me, la colpevolezza di un imputato di un qualsivoglia delitto va dimostrata al di la di ogni ragionevole dubbio: egli è inncente fino a prova contraria, e poi qui i dubbi sono davvero tanti.

 

E se quell'uomo non avesse compreso che i nostri uomini stavano pacificamente abbondonando il battello? E se avesse pensato ad un ultimo e disperato tentativo d resistenza? E se, mentre il grosso abbandonava il battello, un piccolo gruppo, pur contravvenendo agli ordini ricevuti, avesse tentato di reagire?

 

Se avesse mitragliato dei naufraghi su delle scialuppe, od in mare attaccati a relitti, il discorso sarebbe stato evidentemente diverso, ma quegli uomini si trovavano su di un mezzo ancora potenzialmente offensivo. Ma è un parere titubante e parziale, proprio perchè non conosco i fatti in modo approfondito.

 

Prima di dare dello "schifoso" o di esprimere giudizi severi, ritengo sia necessaria un'approfondita cognizione della vicenda, e dei documenti disponibili su di essa, che noi non possediamo.

Modificato da brin
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Visitatore Mattesini

Sull’affondamento del sommergibile UARSCIEK , Corrado Capone ha scritto nel libro “Siamo fieri di voi”:

 

“Il 15 febbraio 1943, il sommergibile “alle ore 04.00 al largo di Malta ha attaccato un convoglio nemico lanciando due siluri uno dei quali va a segno. Sottoposto a intensa caccia, precipita fino a 160 mt di profondità. Quando si riesce a riprendere il controllo, deve emergere per autoaffondarsi. Malgrado gli sforzi del Sc. Sil.ta Michele Mario Caggiano, rimasto solo a bordo per accelerare l’affondamento, (il Sc. Caggiano sarà uno dei pochi superstiti), il sistema di autodistruzione tarda a funzionare e permette ai CCtt “Petard” e “Queen Olga”, greco, di prenderlo a rimorchio. Mentre questa operazione e in corso, il battello colò a picco. I superstiti [comandante, comandante in seconda e 16 tra sottufficiali, sottocapi e comuni] vengono tratti in salvo dalle unità di scorta”.

 

Secondo notizie britanniche la Squadra d’abbordaggio del PENN riuscì a recuperare dall’UARSCIEK importanti documenti, tra cui quello riguardante la posizione degli sbarramenti minati, posati dagli italiani e dai tedeschi.

 

Quanto al comandante del cacciatorpediniere, il capitano di corvetta James Hamilton Swain, esso assunse la guida della sua nave il 2 dicembre 1941 e la tenne fino al novembre del 1943, quando fu sostituito, al termine del suo periodo di comando, dal tenente di vascello Michael John Wake Pawsey.

 

Quindi, per Swain, non vi fu nessuna punizione per come aveva condotto l’azione contro l’UARSCIEK.

 

Ricordo che Swain, con il PENN, era stato uno dei tre tenaci comandanti dei cacciatorpediniere che avevano permesso alla petroliera OHIO, gravemente danneggiata, di raggiungere Malta durante la “Battaglia di mezzo agosto”(operazione Pedestal), e per questa sua impresa era stato decorato al valore.

 

Secondo la versione inglese il sommergibile, gravemente danneggiato, non accennava ad essere abbandonato dall’equipaggio e, come era logico, il PENN proseguì il fuoco, non per uccidere i naufraghi, ma per costringerli ad affrettare l’abbandono della loro nave.

 

I venti supersdtiti furono poi recuperati dai due cacciatorpediniere che aveva portato alla perdita del sommergibile italiano.

 

Sulle presunte atrocità compiute nelle azioni di guerra, in mancanza di riscontri precisi che possano contestare affermazioni di protagonisti che, con il passare degli anni, risultano spesso sballate, si deve andare sempre cauti.

 

Francesco

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per Mattesini

 

 

ciao Francesco,

Il protagonista dell'azione incriminata non è il comandante del PENN ma quello del PETARD. I dubbi sulla condotta del PETARD sono stati sollevati dal medico di bordo della stessa unità e quindi ritengo sia degna di attenzione. Inoltre, come ho già detto, al rientro in porto il comandante THORNTON venne sbarcato.

 

In ogni caso ho scoperto che negli anni Settanta fu pubblicato un libro sul Petard, diventato famoso per la cattura dell'U559... in quel libro la vicenda dello UARSHIEK nei termini esposti nel primo post è descritta dettagliatamente

Modificato da walter leotta
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Temo che Capone abbia fatto confusione.

 

Anzitutto l'episodio dello Uarsciek è del 15 dicembre '42, non del 15 febbraio '43.

 

Non mi risulta che alle vicende abbia preso parte il Penn del Lt. Cdr. Swain.

 

Fra i 17 Caduti dello Uarsciek (11 uccisi e 6 annegati) vi furono il Com.te e l'Ufficiale in 2^, che non vennero evidentemente tratti in salvo. I supersiti furono viceversa 30.

 

Non risulta poi che a bordo sia rimasto il Sc. Caggiano. Rimasero viceversa il Ten. GN Coniglione, il GM Florio e il marinaio Allocca.

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Visitatore Mattesini

Mi costa ammettterlo, ma la confusione l'ho fatta io, consultando un testo inglese. La data dell'affondamento è realmente il 15 dicembre, e il cacciatorpediniere è in effetti il PETARD.

 

Francesco

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Sulle presunte atrocità compiute nelle azioni di guerra, in mancanza di riscontri precisi che possano contestare affermazioni di protagonisti che, con il passare degli anni, risultano spesso sballate, si deve andare sempre cauti.

 

Mi costa ammettterlo, ma la confusione l'ho fatta io, consultando un testo inglese. La data dell'affondamento è realmente il 15 dicembre, e il cacciatorpediniere è in effetti il PETARD.

Cose che capitano, non preoccuparti.

Ciao.

 

Odisseo

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Secondo la versione inglese il sommergibile, gravemente danneggiato, non accennava ad essere abbandonato dall’equipaggio e, come era logico, il PENN proseguì il fuoco, non per uccidere i naufraghi, ma per costringerli ad affrettare l’abbandono della loro nave.

 

Ragazzi ho letto questa serie di post e vi diro' che la cosa benche' atroce non mi stupisce piu' di tanto!

vedete ho avuto la prova che,come qui e' raccontato,cio' che ha sempre affermato mio nonno e'vero.....mi spiego come avrete gia' letto sui vostri libri anche nel caso dell'Anfitrite si verifico' un caso analogo :danneggiamento del somergibile causa protratto attacco del Desstroyer Greyhound solo che a differenza del somm. UARSHIEK. l'Anfitrite si poggio' sul fondo i sopravissuti dall'attaco delle bombe di profondita' erano ancora molti unica via di salvezza era l'utilizzo di quel dispositivo di emergenza che come voi mi avete detto si chiama la "campana" Gerolimi Arata. Un solo marinaio alla volta poteva giungere in superficie.... percio' una alla volta iniziarono la loro risalita in superficie tuttavia ad attenderli vi fu la raffica di mitragliatrice del Destroyer e la maggior parte degli uomini peri' in questa seconda occasione.Tra i 7 soppravissuti rimasti di 41 c'era pure mio nonno che mi ha sempre fatto con orgoglio il foro del proiettile che in quella occasione gli buco la coscia sinistra!

Ora secondo il libro "The Royal Navy and the Mediterranean

Di G. A." il racconto e' completamente diverso viene messa giu' una versione nettamente piu' soft e molto diversa....solo che mio nonno quell'esperienza l'ha vissuta veramente e sono sicuro di quello che ha sempre raccontato.

Percio' io credo che nel caso del comandante del Petard se il medico non avesse parlato nessuno sarebbe venuto a conoscenza di cio che avenne nel caso del sommergibile UARSHIEK e percio' il Lt Cdr M. Thornton avrebbe tranquillamente continuato la sua carriera.non sarebbe successo assolutamente nulla e magari avrebbe preso pure delle medaglie!! esattamente come nel caso del comandante del greyhound!Mio nonno invece dal marzo del 41 fino alla fine della guerra rimase in un campo di prigionia ad alessandria d'egitto!!

 

Come dice un famoso provverbio

 

OCCHI NON VEDE CUORE NON DUOLE!!

Modificato da Desga
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Visitatore Mattesini

Dal momento che la mia memoria, per data e nave, mi ha giocato un brutto scherzo su un avvenimento che conosco benissimo, stavolta, per descrivere l’affondamento del sommergibile ANFITRIDE da parte del cacciatorpediniere GREYHOUND, vado sul sicuro, riportando quanto scritto dall’Ufficio Storico in “Navi militari perdute”:

 

“Il mattino del 6 [marzo 1941] mentre si trovava in immersione nel punto d’agguato [20 mg. a S.E. da Capo Sidero – Isola Caso] fu improvvisamente attaccato0 con bombe di profondità da unità percepita prima agli idrofoni (Ct. britannico GREYHOUND). Date le avarie subite il sommergibile venne a galla ove fu accolto dal fuoco di Ct nemici. Furono eseguite subito le manovre per l’autoaffondamento che si effettuò mentre una imbarcazione inglese recuperava i feriti”.

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Ragazzi non e' che io ne voglia fare una polemica ma fino a 10 anni fa la stessa versione che ho postato in Richiesta di aiuto l'ho sempre sentita raccontare da mio nonno che quell'esperienza la visse in prima persona!!

Quando scoprii la discussione RICHIESTA DI AIUTO e raccontai la mia versione dei fatti tutti rimasero stupiti...ovunque su qualsiasi libro Francesco tu vada a cercare c'e' la versione che hai raccontato!

Io non sono un grande esperto di sommergibili ma appena nominai la parola "campana" Totiano reagi' cosi

MERAVIGLIOSO!

sei stato chiarissimo invece, perchè hai descritto esattamente il funzionamento di un apparecchio di fuoriuscita imbarcato sui sommergibili dagli anni 30 in poi. L'apparecchio si chiamava Gerolimi Arata ed era una "capsula" alloggiata dentro ognuna delle 2 garitte. l'uomo entrava e vi si chiudeva, la garitta veniva allagata e la riserva di spinta portava la capsula in superficie. un cavo assicurava il rientro a bordo della capsula.

 

questo però presuppone che li battello fosse affondato e si fosse già appoggiato su un fondale di max 80/100 metri.

 

Credo sia il primo impiego "reale" del Girolimi e se così è bisognerebbe documentare questo evento!

 

aspetto altri dettagli (se ne hai) e nel frattempo ti suggerisco la visione del film "uomini sul fondo" dove viene proprio impiegato questo apparecchio....

Analizzando poi le cartine relative a luogo dell'affondamento ebbi una seconda conferma infatti ovunque e' riportato che l'anfitrite si trova

al largo di Capo Sidero nel Kaso Strait,o (Isola di Caso - Egeo) dove secondo le cartine il fondale va da meno 50 a 150 m...percio' l'utilizzo della capsula fu piu' che fattibile.

.... poi se accogliere i superstiti modello one shoot one kill si chiama salvataggio....mio nonno rimase molte ore in acqua con una gamba bucata..pooooooi arrivo' la barca a raccoglierlo!!!

 

Sulle presunte atrocità compiute nelle azioni di guerra, in mancanza di riscontri precisi che possano contestare affermazioni di protagonisti che, con il passare degli anni, risultano spesso sballate, si deve andare sempre cauti.

 

io la testimonianza l'ho avuta in prima persona...

 

Andrea

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Visitatore Mattesini

Dopo aver dato la versione italiana dell'affondamento dell'ANFITRIDE (tenente di vascello Bruno Ghersina), espongo brevemente come l'affondamento del sommergibiler fu vissuto da parte britannica.

 

Il cacciatorpediniere GREYHOUND, che già il 19 gennaio 1941 aveva affondato in Egeo il sommergibile italiano NEGHELLI, il 6 marzo era di scorta al convoglio "GA. 8", uno dei convogli dell'Operazione "Lustre", iniziata il giorno 6 del mese, per portare le truppe britanniche (elementi di quattro divisioni) dall'Egitto in Grecia; movimento urgente, fatto per prevenire l'intervento tedesco nella penisola ellenica, segnalato dall'organizzazione crittografica Ultra, e che, dopo la vittoriosa battaglia di Beta Fom, impedì di fatto al generale Wavell non solo di avanzare in Tripolitania ma anche di non avere forze sufficienti per controbattere la controffensiva di Rommel, iniziata il 31 marzo ad Agedabia.

 

Mentre il convoglio britannico attraversava il Canale di Caso, verso le ore 08.00 del 6 il GREYHOUND (capitano di fregata W.R.M. A’Deane) rilevò con lo scandaglio Asdic la presenza del sommergibile italiano, che sottopose ad intensa e precisa caccia, con le bombe di profondità. Costretto, per i danni riportati a venire in superficie, l'ANFITRIDE si auto-affondò sotto il fuoco del cacciatorpediniere, che poi, messa in mare un’imbarcazione, recuperò gran parte dell'equipaggio, ossia 43 uomini del sommergibile. Questi affondò in lat. 35°15’N, long. 26°43’E.

 

Durante l’azione caddero sette uomini dell’equipaggio dell’ANFITRIDE: il capo di 3^ classe Alfredo Sebastianelli, i sottocapi Cataldo Intonante e Michele Martinelli, i marinai Giacomo Certo, Loris Matteucci, Salvatore Perrone e Guido Speciale.

 

Da ciò si deduce che si trattò di una semplice azione di guerra e non certamente di un massacro di naufraghi. Andare cauti è una regola essenziale nel trattare gli episodi bellici, che io mi sono imposta.

 

Francesco

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....sara' vorra dire che Tardi Edmondo imbarcato, sull'Anfitrite ,dalla Gerolimi Arata c'e' uscito in quello stesso giorno perche' non sapeva cosa fare....! :s29:

 

Pensa anche i giapponesi vedi il DVD pearl harbour parte finale dove vi sono le vere testimonianze dei reduci continuano a mettere giu a distanza di 70 anni una versione che giustifica in pieno il loro "atto bellico"!!!

 

 

Andrea

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Ritorno allo UARSHIEK

 

1) Deve essere successo qualcosa di grave perchè il medico di bordo chieda la rimozione del comandante

 

2) Deve essere successo qualcosa di gravissimo perchè i comandi superiori decidano la rimozione soprattutto di un ufficiale diventato famoso per il riuscito abbordaggio di un sommergibile avversario (nel caso l'U559)

 

3) Deve essere qualcosa di gravissimo affinchè il comandante giustifici davanti al suo equipaggio la propria rimozione con una banale motivazione ("calo della vista"), motivazione assolutamente falsa visto che nel dopoguerra otterrà altri comandi in mare

 

4) E' raro nella storia della guerra navale che un comandante d'unità partecipi direttamente al combattimento imbracciando una mitragliatrice.

Modificato da walter leotta
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Tratto da CODICE ENIGMA

di Hugh Sebag-Montefiore

Edizione IL SAGGIATORE - NET

Milano, 2007

 

 

«William Prendergast, medico di bordo del Petard, era sempre più preoccupato di come Thornton trattava i suoi uomini. Inoltre fu turbato dal comportamento nel dicembre 1942, quando un altro sommergibile, l'unità italiana Uarschiek, venne catturato dal Petard.

 

Thornton si era impadronito di una mitragliatrice e aveva cominciato a sparare all'impazzata su una fila di sommergibilisti italiani in piedi sulla tolda dell'Uarschiek, sebbene il resto dell'equipaggio del Petard fosse convinto che quegli uomini fossero pronti alla resa.

 

C'è una sottile linea di demarcazione che separa l'atto di aprire il fuoco, con una deliberata freddezza, contro dei nemici che stanno gettando in mare inestimabili cifrari segreti e l'omicidio a sangue freddo di uomini inermi che stanno cercando di arrendersi.

 

Certo c'era sempre il rischio che alcuni di loro si precipitassero a impugnare il cannoncino del sommergibile, eppure Thornton, secondo l'opinione di Prendergast, in quella occasione si era spinto troppo in là.

 

Così il medico comunico alle autorità che il comandante aveva bisogno di riposo».

 

pagina 265

Modificato da walter leotta
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  • 12 years later...

Buona sera a tutti sono nipote di Padula Luigi, "Ginetto" o "capo Padula" che ha passato la sua vita nella Marina Militare. Era uno tra i superstiti del massacro effettuato dagli inglesi mentre l'equipaggio si buttava a mare. Mi ricordo che mi aveva raccontato un paio di aneddoti sul perché emersero rapidamente: gli inglesi stavano buttando bombe di profondità per scovarli, il Comandante aveva dato l'ordine di inabissarsi per sfuggure alle bombe, ma un marinaio addetto alle camere di emersione preso dalla paura aprì le valvole d'aria e il sommergibile emerse. Sul fatto che gli inglesi cominciarono a sparare, nel suo racconto mi narrò che un marinaio andò al cannoncino di poppa e tentò di sparsre contro gli inglesi, che aprirono il fuoco. Fatto sta che il Sommergibile era circondato e i nostri non potevano fare altro che arrendersi, cosa che fecero, ma il tentativo di sparare col cannoncino non andò giù agli inglesi che continuarono a sparare ai marinai che si gettavano in mare... Mio nonno che aveva il ruolo di puntatore al periscopio, dovette uscire assieme ad un ufficiale (non ricordo il nome ma da qualche parte lo deve aver scritto) , il Problema era che gli inglesi si divertivano a fare il "tiro al marinaio" e questo disse a mio nonno : "Padula,qua siamo al 50 e 50...io a destra tu a sinistra?... E che Dio ce la mandi buona" mio nonno annuì e si gettarono fuori dalla torretta contemporaneamente... Andò bene solo a mio nonno,l'ufficiale fu tagliato a metà da una raffica prima di toccare il mare. Nonostante i marinai del Uarshiek fossero in acqua, gli inglesi continuavano a sparare girando attorno al sommergibile e mio nonno ed altri per sfuggire alla mattanza si tuffavano nuotando sott'acqua per passare dall'altra parte del sommergibile per evitare di essere uccisi come bestie. Quando gli inglesi si iniziarono a ritirare, i superstiti furono tratti in salvo e portati nel campo di prigionia ad Alessandria d'Egitto. E durante questi anni che passó, non perdonó mai gli inglesi per quello che avevano fatto e che gli fecero passare durante la prigionia . Buon Vento a tutti. Alfredo. 

Modificato da Alfredo
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