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Classe Brin (1936)


Totiano

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Fiamma.RM.trasp.png

Sommergibili classe " Brin "

1938.cl.BRIN_I.sommergibili.Italiani-1963_1024.jpg
da "I sommergibili italiani" di Paolo M. Pollina - USMM - 1963, per g.c. Sergio Mariotti

 

Caratteristiche generali della classe " Brin ":

Tipo: sommergibile di grande crociera

Dislocamento:
- in superficie: 1016,92 t (Archimede e Torricelli 1110,14 t)
- in immersione: 1.265,77 t (Archimede e Torricelli 1402,53 t)
Dimensioni:
- Lunghezza: 72,50 m (Archimede e Torricelli 76,22 m)
- Larghezza: 6,80 m (Archimede e Torricelli 6,72 m)
- Immersione: 4,20 m (Archimede e Torricelli 4,30 m)
Apparato motore superficie: 2 motori Diesel Tosi, 2 eliche
- Potenza: 3.400 cv
- Velocita max. in superficie: 17,37 nodi (Archimede e Torricelli 17,47 nodi)
- Autonomia in superficie: 1.580 miglia a 17,0 nodi e 5.662 miglia a 8,0 nodi (carico normale) - 2.861 miglia a 17,0 nodi e 9.753 miglia a 8,0 nodi (in sovraccarico)
(Archimede e Torricelli 1.520 miglia a 17,0 nodi e 6.109 miglia a 8,0 nodi (carico normale) - 2.845 miglia a 17,0 nodi e 11.503 miglia a 8,0 nodi (in sovraccarico)
Apparato motore immersione: 2 motori elettrici di propulsione Ansaldo
- Potenza: 1.300 cv
- Velocita max: 8,62 nodi
- Autonomia in immersione: 9,0 miglia a 8,5 nodi - 90 miglia a 4,0 nodi (Archimede e Torricelli 10,0 miglia a 8,6 nodi - 120 miglia a 4,0 nodi
Armamento:
- 4 tls AV da 533 mm, 6 siluri da 533 mm
- 4 tls AD da 533 mm, 6 siluri da 533 mm
- 1 cannone da 100/43 mm (230 proiettili)
- 2 mitragliatrici 13.2 binate (6000 colpi)
Equipaggio: 7 ufficiali, 47 tra sottufficiali e marinai
Profondità di collaudo: 100 m

 

1938.cl.BRIN_I.sommergibili.Italiani.fra.le.2.GM-1990_1024.jpg
da "I sommergibili italiani fra le due guerre mondiali" di Alessandro Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti

 

Unità della classe "Brin" :

Regio sommergibile BRIN (2°)
Cantiere: Tosi, Taranto
Impostazione: 03.12.1936, Varo: 03.04.1938, Consegna: 30.06.1938, Radiazione: 01.02.1948

Regio sommergibile GALVANI (2°)
Cantiere: Tosi, Taranto
Impostazione: 03.12.1936, Varo: 22.05.1938, Consegna: 29.07.1938, Affondato: 24 giugno 1940, Radiazione: 18.10.1946

Regio sommergibile GUGLIELMOTTI (2°)
Cantiere: Tosi, Taranto
Impostazione: 03.12.1936, Varo: 11.09.1938, Consegna: 12.10.1938, Affondato: 17 marzo 1942, Radiazione: 18.10.1946

Regio sommergibile ARCHIMEDE (2°)
Cantiere: Tosi, Taranto
Impostazione: 23.12.1937, Varo: 05.03.1939, Consegna: 18.04.1939, Affondato: 14 aprile 1943, Radiazione: 18.10.1946

Regio sommergibile TORRICELLI (3°)
Cantiere: Tosi, Taranto
Impostazione: 23.12.1937, Varo: 26.03.1939, Consegna: 07.05.1939, Affondato: 23 giugno 1940, Radiazione: 18.10.1946


Generalità di classe
Questa classe fu una derivazione della classe "Archimede" con forme di scafo più affinate che, nonostante un lieve aumento del dislocamento, permisero di ottenere un sensibile aumento di velocità con la stessa potenza motrice.
Nel campo delle armi fu potenziato l'armamento di mitragliere (quattro anziché due 13.2) ed eliminato un cannone; l'unico cannone fu sistemato nella parte poppiera della torretta su una piattaforma girevole formante apparentemente un tutto unico con la falsa torre. In dipendenza soprattutto di tale sistemazione ma anche per la differente forma della prora (cosiddetta "a squalo") e delle sovrastrutture, la sagoma di queste unità si differenziò sensibilmente da quella degli "Archimede" (1°) e degli altri sommergibili in servizio.
La due ultime unità della classe, date le circostanze in cui avvenne la cessione alla Spagna di Archimede (1°) e Torricelli (2°), risultarono, a suo tempo, costruite con « pezzi di rispetto » delle unità della classe "Brin" e presero gli stessi nomi delle unità cedute ma non radiate.
L'esperienza d'impiego in oceano di questi sommergibili mise in evidenza alcuni difetti come un rollio troppo molle e una cattiva tenuta al mare con onda nei settori poppieri; insieme con i lavori di modifica della torretta, che durante il conflitto furono effettuati su quasi tutti i sommergibili di costruzione prebellica, a queste unità fu cambiata anche la sistemazione del cannone che venne portato in coperta a proravia della torretta. Nonostante tale importante modifica e nonostante il taglio di una parte dell'avviamento poppiero eccessivamente affinato, i "Brin" continuarono a dimostrare poca attitudine a tenere il mare nei quartieri poppieri e ad essere soggetti ad incappellate dalla poppa, particolarmente dannose per i quadri elettrici dei motori principali ubicati in camera manovra.

 

1938.cl.BRIN_Sommergibili.in.guerra-1994_1024.jpg
Disegni delle modifiche alle sovrastrutture dei battelli classe "Brin" da Sommergibili in Guerra di E. Bagnasco A. Rastelli - 1994

 

Attività di classe
Nel 1938 le unità furono poste alle dipendenze del Gruppo Sommergibili di Taranto, riunite nella 44^ Squadriglia alla quale furono temporaneamente aggregati anche Ferraris e Galilei.
Nel 1939 la squadriglia, sulle sole cinque unità della classe, nel quadro del riordinamento generale, divenne la 41^; Brin e Galvani furono dislocati alle dipendenze della Flottiglia Sommergibili in A.O.I.; il Brin fra giugno e luglio 1939, compì una crociera in Oceano Indiano durante il monsone di sud-ovest per raccogliere elementi circa l'impiego delle armi con mare grosso.
Il Guglielmotti, nello stesso periodo, effettuò una crociera in Atlantico contemporaneamente ad altre unità di classi diverse, per sperimentare varie forme di trasferimento di unità di grande crociera in Oceano.
L'allenamento singolo delle unità fu molto intenso nei mesi immediatamente precedenti l'inizio della guerra e le numerose esercitazioni effettuate, oltre alle crociere citate, fornirono elementi completi per individuare le migliori condizioni d'impiego di tale tipo di battello.
Allo scoppio del secondo conflitto mondiale tutte le unità della classe, ad eccezione del Brin, che era rientrato in Italia per lavori, erano dislocate in Mar Rosso.

 

25qxkpt.jpg

 

Smg.BRIN_dettaglio.torretta.modificata_Sommergibili.italiani-1999_800.jpg

Dettaglio del pezzo di artiglieria del sommergibile Brin, da "Sommergibili italiani" di A. Turrini e O.O. Miozzi - USMM - 1999

Le due immagini superiori, mostrano nell'immediato le grosse modifiche effettuate al battello durante il conflitto, e soprattutto alla disposizione del pezzo di artiglieria che venne spostata dalla zona della torretta a poppa, in coperta a proravia della stessa.

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Regio sommergibile

BRIN

 

Cantiere: Tosi, Taranto
Impostazione: 3 dicembre 1936
Varo: 3 aprile 1938
Consegnato : 30 giugno 1938
Radiazione: 1 febbraio 1948

Attività operativa
Al comando del tenente di vascello Luigi Longanesi Cattani, all'inizio delle ostilità il Brin venne dislocato nel Canale di Sicilia, in pattugliamento offensivo tra l'Isola di Pantelleria e la costa tunisina; rientrò alla base di Augusta il 15 giugno senza essere venuto in contatto con unità avversarie.
Il giorno 18 riprese il mare e nella navigazione verso la zona di agguato fu attaccato con il siluro da un sommergibile avversario; la pronta manovra evitò l'impatto con l'arma.
Dal 21 al 26 giugno rimase in agguato lungo le coste settentrionali di Creta. Nei giorni 9-11 luglio 1940 fece parte di uno sbarramento di sommergibili a levante di Capo Passero subendo, il giorno 9, un attacco aereo respinto dalla pronta reazione delle mitragliere di bordo, che costrinse l'aereo ad allontanarsi, visibilmente danneggiato.
Il 28 ottobre, dopo aver compiuto quattro missioni offensive in Mediterraneo, l'unità salpò da Messina per raggiungere Bordeaux ed il 4 novembre, in immersione, effettuò la traversata dello Stretto di Gibilterra; emerso alle ore 15.30 a circa 2 miglia da Capo Malabata, in acque nazionali spagnole, fu attaccato da due cacciatorpediniere britannici che, pur non facendo uso delle armi perché in acque neutrali, tentarono lo speronamento, senza riuscirvi, mentre il Brin stava ormai per entrare nel porto di Tangeri.
Sostò poi in quel porto per il tempo strettamente necessario per riparare una avaria agli accumulatori e nella notte fra il 12 e il 13 dicembre, con il sommergibile Bianchi, lasciò Tangeri dirigendo su Bordeaux. All'imboccatura della Gironda ebbe un violento scontro a fuoco con il sommergibile britannico Tuna, che si prolungò a
lungo e terminò poi con il lancio di sei siluri da parte del Tuna e di due da parte del Brin, senza conseguenze per entrambe le unità. Poco dopo mezzogiorno del 18 dicembre, il Brin entrò in porto.
L'attività in Atlantico del battello si concretizzò in 5 missioni che conseguirono buoni risultati.
Tra le azioni più importanti è da segnalare quella del 13 giugno 1941, al largo delle Azzorre, quando il Brin attaccò in superficie un convoglio; nel breve tempo di un quarto d'ora affondò con il siluro il piroscafo britannico Djukjura di 3460 t ed il piroscafo greco Kyriakides, di 3781 t e probabilmente danneggiò altri due piroscafi, per complessive 3400 t, facenti parte del convoglio "SL 76" diretto dalla Sierra Leone in Gran Bretagna.
Il 20 agosto dello stesso anno partì da Le Verdon per il Mediterraneo ed il 10 settembre raggiunse Messina. Operò poi intensamente, senza ottenere risultati utili.
L'8 settembre l'unità si trovava in mare; in ottemperanza agli ordini diresse su Bona, consegnandosi alle autorità britanniche, che lo inviarono a Malta.
Nell'ottobre rientrò a Taranto e venne sottoposto ad un turno di lavori. Nel maggio 1944 fu inviato a Colombo (Ceylon) dove svolse intensa attività addestrativa per le unità antisom britanniche. Rientrò a Taranto nel dicembre 1945 ed il 1° febbraio 1948 venne radiato e successivamente demolito.
L'attività svolta in Mediterraneo dal Brin fu di 17 missioni offensive e 16 operative di trasferimento tra porti nazionali; furono percorse 26 426 miglia.

altri dati sull'attività del sommergibile Brin al LINK



Smg.BRIN.a.Taranto.via.M.Risolo.800.jpg

2doxlg.jpg

Smg.BRIN.a.Bordeaux.04.1942-Sommergibili.in.Guerra-1994.800.jpg
Il sommergibile Brin rientra a Bordeaux nell'aprile 1941, si nota la prima modifica alla falsa torre per aumentare l'arco di tiro del cannone e diminuirne le dimensioni da "Sommergibili in Guerra" di E. Bagnasco e A. Rastelli - Albertelli - 1994, per g.c. Sergio Mariotti

Smg.BRIN.dettaglio.torretta.rientro.Bordeaux.20.06.1941-Sommergibili.italiani.fra.le.2.G.M.-1990.800.jpg
Un bel dettaglio della falsatorre del Brin al rientro a Bordeaux da una fortunata missione in Atlantico il 20 giugno 1941. Si riconosce sull'ala di plancia (primo a sinistra) il C.te C.C. Luigi Longanesi Cattani. "Sommergibili in Guerra" di E. Bagnasco e A. Rastelli - Albertelli - 1994, per g.c. Sergio Mariotti

Smg.BRIN.modificato.I.mimetizzazione-Sommergibili.italiani.fra.le.2.G.M.-1990.800.jpg
Il sommergibile Brin con una prima mimetizzazione sperimentale poi modificata con altra più efficiente, che possiamo vedere nell'immagine successiva.
"Sommergibili italiani fra le due G.M." di A. Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti
Smg.BRIN.mimetizzazione.ufficiale-Sommergibili.italiani-1999.800.jpg
da "Sommergibili italiani" di A. Turrini e O.O. Miozzi - USMM - 1999

 

Smg.BRIN.via M. Risolo.800.jpg

 

 

 

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Regio sommergibile

GALVANI (2°)
Virtute duce comite fortuna
(Sia guida il valore, compagna la fortuna)

 

 

Cantiere: Tosi, Taranto
Impostazione: 3 dicembre 1936
Varo: 22 maggio 1938
Consegnato : 29 luglio 1938
Affondato: 24 giugno 1940
Radiazione: 18 ottobre 1946

Attività operativa
AI comando del capitano di corvetta Renato Spano, il Galvani salpò da Massaua il 10 giugno, diretto nella zona di agguato assegnatagli all'imboccatura del Golfo di Oman, nella quale il battello giunse la sera del 23.
Nel frattempo i Britannici avevano catturato il Galilei ed avevano rinvenuto l'ordine delle operazioni, nel quale era chiaramente indicata la data di arrivo e la zona in cui il Galvani doveva operare; in quella zona vennero dislocati il cacciatorpediniere Kimberly e la corvetta Falmouth. Questa ultima, alle ore 23.08 avvistò il sommergibile ad una distanza di appena 550 metri ed immediatamente aprì il fuoco, colpendolo a poppa.
Immersosi immediatamente, col sacrificio ammirevole del secondo capo silurista Pietro Venuti che, per evitare l'allagamento totale del battello, si chiuse stoicamente nel locale squarciato bloccando su di sé la porta stagna, fu sottoposto ad un violento lancio di bombe il cui scoppio danneggiò irrimediabilmente il battello che fu costretto ad emergere per tentare un'estrema difesa con le armi di bordo. Ma nessuna reazione fu possibile porre in atto poiché la manovra di emersione riuscì solo parzialmente; dopo pochi minuti il Galvani affondò definitivamente, trascinando nei gorghi 26 uomini dell'equipaggio; 31 furono i superstiti, tra i quali anche il comandante Spano, che furono recuperati dalla corvetta britannica.


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Smg.GALVANI.a.lento.moto-Sommergibili.italiani-1999.800.jpg
Il sommergibile Galvani in navigazione a lento moto da "Sommergibili italiani" di A. Turrini e O.O. Miozzi - USMM - 1999

Smg.GALVANI.dopo.rifornimento-Sommergibili.italiani.fra.le.2.G.M.-1990.800.jpg
Il sommergibile Galvani ripreso durante un esercitazione con altro battello della Flottiglia dell'Africa Orientale prima del conflitto
da "Sommergibili italiani fra le due G.M." di A. Turrini - MariStat/UDAP - 1990, per g.c. Sergio Mariotti

 

 

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Regio sommergibile

GUGLIELMOTTI (2°)
Nella difesa degli oppressi e nella punizione degli scellerati

 

 

Cantiere: Tosi, Taranto
Impostazione: 3 dicembre 1936
Varo: 11 settembre 1938
Consegnato : 12 ottobre 1938
Affondato: 17 marzo 1942
Radiazione: 18 ottobre 1946

Attività operativa
All'inizio del conflitto il battello era dislocato a Massaua al comando del capitano di corvetta Carlo Tucci, il 21 giugno 1940 si portò presso l'isolotto di Bon Musa Chebir per recuperare l'equipaggio del sommergibile Maccallè che il giorno 15 si era incagliato ed era stato poi autoaffondato dall'equipaggio. Il giorno 22 recuperò 21 uomini, tutti in condizioni fisiche molto gravi ed intossicati dal cloruro di metile fuoriuscito dall'impianto di condizionamento, e rientrò a Massaua.
Operò poi in numerose missioni in Mar Rosso ed il 6 settembre affondò col siluro la petroliera greca Alias di 4008 t.
In previsione della caduta di Massaua il Guglielmotti, al comando del capitano di fregata Gino Spagone, fu dislocato a Bordeaux, dove arrivò il 6 maggio 1941.
Dopo un lungo periodo di lavori, il 22 settembre salpò da questa base; il 30 attraversò lo Stretto di Gibilterra, in superficie, ed il 16 ottobre arrivò a Messina.
Trasferito a Taranto e sottoposto a radicali lavori, il 15 marzo 1942, al comando del tenente di vascello Federico Tamburini, salpò per Cagliari, sua nuova sede operativa. Il mattino del 17, alle ore 06.00, a circa 15 miglia a sud cli Capo Spartivento calabro, venne silurato ed affondato dal sommergibile britannico Unbeaten.
Non vi furono superstiti. Nell'affondamento perirono 7 ufficiali, 16 sottufficiali e 38 sottocapi e comuni.



Smg.GUGLIELMOTTI_dopo.varo_Smg.italiani-1999.800.jpg
Il sommergibile Guglielmotti subito dopo il varo con distintivo ottico GI, da

da "Sommergibili italiani" di A. Turrini e O.O. Miozzi - USMM - 1999

 

 

Smg.GUGLIELMOTTI.rientro.a.lento.moto-Sommergibili.italiani.fra.le.2.G.M.-1990.800.jpg

Il sommergibile Guglielmotti ritratto al rientro in porto da una foto scattata prima della seconda Guerra Mondiale

da Sommergibili italiani fra le due Guerre Mondiali. - Turrini A. (1990)


guglielmotticartolina.jpg
da ebay

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Regio sommergibile

ARCHIMEDE (2°)
Famam servare memento
(Ricorda di mantenere la tua fama)

 

 

Cantiere: Tosi, Taranto
Impostazione: 23 dicembre 1937
Varo: 5 marzo 1939
Consegnato : 18 aprile 1939
Affondato: 14 aprile 1943
Radiazione: 18 ottobre 1946

Attività operativa
Il 19 giugno 1940, al comando del tenente di vascello Mario Signorini, partì da Massaua per portarsi in agguato al largo della Somalia francese. Già il giorno 20 alcuni membri dell'equipaggio manifestarono sintomi di avvelenamento, ma all'inizio non si riuscì ad individuarne l'origine. Si trattava di avvelenamento da cloruro di metile proveniente dall'impianto di condizionamento.
Nella notte del 24 morirono quattro marinai ed il Comandante decise di rientrare alla base. Visto il progressivo peggioramento delle condizioni degli uomini, l'unità diresse su Assab, dove arrivò il mattino del 26. Immediatamente vennero sbarcati 24 uomini in condizioni gravi (due di essi morirono subito dopo) compreso il Comandante ed il Direttore di Macchina.
Il 13 luglio, al comando del capitano di corvetta Livio Piomarta, l'Archimede rientrò a Massaua e venne rimesso in efficienza. II 31 agosto il sommergibile era nuovamente pronto per una missione di guerra. Effettuò altre missioni senza tuttavia venire in contatto con forze nemiche.
Il 3 marzo 1941, l'Archimede partì da Massaua, al comando del capitano di corvetta Salvatori, alla volta di Bordeaux dove arrivò il 7 maggio 1941.
L'attività del sommergibile in Atlantico fu particolarmente intensa.
Il 23 maggio 1942 mentre navigava, al comando del tenente di vascello Gianfranco Gazzana Priaroggia, al largo delle coste brasiliane, avvistò un cacciatorpediniere, probabilmente il Moffett, seguito da una unità da guerra di grandi dimensioni che fu ritenuto un incrociatore del tipo "Pensacola". L'Archimede lanciò due siluri e si disimpegnò in quota. Trascorso il tempo previsto, vennero udite le esplosioni delle armi; tuttavia non vi è traccia dell'azione nella documentazione avversaria.
Durante la stessa missione il battello attaccò, al largo delle coste brasiliane, il 15 giugno 1942, il piroscafo da carico Cardina, di 5.586 t.s.l., e lo affondò con il siluro.
Divenuto Comandante il tenente cii vascello Guido Saccardo, il 9 ottobre 1942, sulla congiungente Freetown-Capo San Rocco, l'Archimede intercettò il piroscafo passeggeri Oronsay, di 20 043 tsl, che fu affondato con quattro siluri.
Il giorno successivo il sommergibile colpì il piroscafo passeggeri greco Nea Hellas, di 16 991 tsl.
Il 26 febbraio 1943 l'Archimede, sempre al comando del tenente di vascello Saccardo, partì per la sua ultima missione. Mentre, alle prime ore del 15 aprile, stava navigando in superficie al largo dell'Isola Fernando de Noronha, fu avvistato da un aereo statunitense, ma non poté immergersi, probabilmente per qualche avaria ad impianti vitali. L'aereo chiamò altri due velivoli che attaccarono il sommergibile con numerose bombe. L'Archimede si difese strenuamente e riuscì a danneggiare un aereo attaccante. Tuttavia anche il battello fu colpito gravemente; alla sera, l'Archimede, spezzato in due, affondò con gran parte dell'equipaggio.
I superstiti salirono su tre battellini di gomma gettati in mare dagli aerei attaccanti. Dopo 27 giorni dal naufragio, rimaneva in vita solamente il sottocapo Lo Cocco che fu salvato, ormai in fin di vita da pescatori brasiliani.

 

Smg.Archimede_Bordeaux-07.05.1941_E.Bagnasco_via-M.Brescia.jpg

Il sommergibile Archimede all'arrivo a Bordeaux dall'A.O.I. da "Sommergibili in Guerra" di E. Bagnasco e A. Rastelli - Albertelli - 1994, per g.c. Sergio Mariotti

 

Archimede285O.jpg

Un immagine dell'attacco di velivoli statunitensi al sommergibile Archimede che portarono all'affondamento dello stesso.

Il reportage fotografico ben dettagliato, con allegato la documentazione storica sul sito 

http://www.uboatarchive.net/Archimedie/Archimede.htm

 

 

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  • 1 year later...

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Regio sommergibile

TORRICELLI (3°)
In silentio et spe
(Nel silenzio e nella speranza)

 

 

Cantiere: Tosi, Taranto
Impostazione: 23 dicembre 1937
Varo: 26 marzo 1939
Consegnato : 7 maggio 1939
Affondato: 23 giugno 1940
Radiazione: 18 ottobre 1946

Attività operativa
L'attività operativa in guerra di questa unità fu breve, ma gloriosa. Il 14 giugno 1940 partì da Massaua al comando del C.C. Pelosi per portarsi in agguato offensivo al largo delle coste somale. Il 21 venne violentemente attaccato da cacciatorpediniere britannici, senza tuttavia subire danni. Con tutta probabilità i Britannici erano a conoscenza della missione del Torricelli dai documenti trovati sul Galilei. Il 23 avvistò una silurante avversaria, si immerse con la rapida e fu fatto segno al lancio di un certo numero di bombe di profondità che non provocarono danni. Dopoché agli idrofoni udì che la cannoniera si era allontanata, il Torricelli emerse e vide la cannoniera in allontanamento. Dopo alcuni minuti la cannoniera britannica invertì la rotta e puntò sul Torricelli seguita subito dopo da un'altra cannoniera e da tre cacciatorpediniere Kandahar, Kingston, Karthum. Le cinque unità britanniche armate complessivamente con 22 cannoni da 120 e da 100 mm e con un centinaio di mitragliere si avventarono sul Torricelli. Il sommergibile ingaggiò con le armi di bordo un violento combattimento. Dapprima venne seriamente colpita con un colpo di cannone la cannoniera Shoreham e poco dopo una granata del Torricelli centrò il serbatoio di un siluro del cacciatorpediniere Karthum. L'esplosione che ne seguì provocò il rapido affondamento della nave britannica. Dopo 40 minuti di combattimento anche il Torricelli, gravemente e ripetutamente colpito, affondò. I superstiti vennero raccolti dalle unità britanniche, che resero cavallerescamente gli onori al comandante Pelosi.

di seguito il link ad un mio vecchio post sullo STRENUO COMBATTIMENTO DEL Torricelli. rivisitato e corretto


Smg.TORRICELLI_anteguerra_Sommergibili.in.Guerra-1994_800.jpg
da Sommergibili in Guerra di E. Bagnasco e A. Rastelli - Albertelli - 1994, per g.c. Sergio Mariotti

Smg.TORRICELLI.in.navigazione-Sommergibili.italiani-1999.800.jpg
da Sommergibili italiani di A. Turrini e O.O. Miozzi - USMM - 1999

 

Smg.TORRICELLI-Le.navi.da.guerra.italiane.1940-45-2005.800.jpg

Il sommergibile Torricelli in navigazione nel Golfo di Taranto probabilmente nell'estate del 1939.

da Le navi da Guerra Italiane 1940-1945 di E. Bagnasco ed E. Cernuschi - 2003

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  • 3 years later...
  • 3 weeks later...

da base artica, marco

 

trovato questo sul galvani, penso meriti di essere segnalato

 

http://www.qattara.it/diari_files/Memorie_di_guerra.pdf

 

saluti marco

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  • 2 years later...

Secondo l'articolo postato in questo stesso forum http://www.betasom.it/forum/index.php?/topic/31945-classe-brin-1936/

 

Brin e Galvani furono assegnati assieme a Massaua. Nello stesso si dice che il Brin tra Giugno e Luglio del 39 compì missioni nell'Oceano Indiano. In assenza di altre indicazioni si può supporre quindi che il Galvani abbia raggiunto Massaua in un periodo compreso nei mesi tra questi mesi e quelli antecedenti.

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