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LA FINE DEL "CALVI" RACCONTATA DAGLI ALLEATI


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Dalla relazione ufficiale britannica pubblicata nel “monthly anti-submarine report “del mese di agosto 1942 tradotta dal comandante Antonio Flamigni (essendo egli deceduto , ho chiesto telefonicamente l’autorizzazione alla pubblicazione su internet alla moglie, che ha acconsentito)

 

 

 

 

Il 14 luglio 1942 il Sommergibile CALVI fu affondato a cento miglia a Sud delle Azzorre dallo H.M.S. LULWORTH. La relazione ufficiale britannica sull'affondamento, pubblicata nel "Monthly Anti-submarine Report" del mese di agosto 1942, dopo aver fatto la storia del sommergibile italiano e del suo comandante, C. F. Primo Longobardo, fino al momento dello scontro, così continua:

Circa alle 1930 del 14 luglio egli (Longobardo) avvistò il convoglio S.L.115 che era scortato dalle H.M.S. LONDONDERRY, LULWORTH, BIDEFORD e HASTINGS.

Circa due ore prima era stato ottenuto (dalla unità di scorta) un rilevamento D/F e il LULWORTH era stato inviato a investigare. Esso avvistò, per primo, un sommergibile germanico che però scomparve in distanza e subito dopo il CALVI, circa quindici minuti prima di essere a sua volta avvistato. Gli italiani stavano osservando il sommergibile germanico che passò a circa mille yards da loro - apparentemente si trovavano assieme solo per caso - ma appena fu avvistato il LULWORTH fu data la rapida immersione. Essa fu così rapida che le mitragliere furono lasciate in plancia. Sceso fino a circa 250 piedi il CALVI accostò su rotta opposta, alla velocità di circa uno o due nodi. Ci volle per il LULWORTH circa un'ora e mezzo per trovare il sommergibile. Il primo attacco fu effettuato circa alle 2030 con bombe di profondità regolate a 50 e 140 piedi, ed ebbe il solo effetto di indurre Longobardo ad andare più profondo. Qui fu centrato dalla seconda scarica che era stata regolata a 150 e 300 piedi.

I danni furono considerevoli e, più serio di tutti, il telemotore Calzoni andò in avaria costringendo a passare al comando a mano dei timoni orizzontali e degli sfoghi d'aria. I manometri erano fuori uso ma sembra che Longobardo abbia portato il battello altri 50 o 60 piedi più giù, fino a 375/400 piedi. Tuttavia la terza salva del LULWORTH lo seguì e le bombe, regolate a 350 e 550 piedi, scoppiarono molto vicine. Il sommergibile si inclinò decisamente a sinistra e, con acqua che entrava dai compartimenti poppieri, scese appoppato.

C'era abbastanza confusione sul sommergibile ma nessun panico neanche fra quella metà dell'equipaggio formata di giovani reclute imbarcate per acquisire esperienza e confidenza durante la loro prima missione. Gli anziani, che erano marinai ben addestrati, mantennero il sangue freddo, e almeno uno fu imperturbabile. Cinquantenne e occhialuto, Ernesto Maccotta, ufficiale del Genio Navale extra tabella, stava appoggiato compostamente contro una paratia prendendo nota nel suo diario del numero di bombe mentre queste scoppiavano attorno al battello.

Longobardo aveva giusto abbastanza aria solo per emergere e, ordinato aria per tutto, portò il battello in superficie molto appoppato e sbandato fortemente a sinistra. All'equipaggio fu ordinato posto di combattimento in superficie ma si trovò che le mitragliere, lasciate sui loro supporti quando il battello si era immerso, erano state danneggiate dalle cariche di profondità e che i cannoni non potevano essere brandeggiati. Il forte sbandamento aveva abbattuto uno di questi fino a farlo puntare contro la torretta e un uomo si ruppe un braccio nel tentativo di brandeggiarlo.

Funzionava un solo motore e mentre il CALVI procedeva a lento moto fu avvistato nella luce di un illuminante sparato dal LULWORTH. Fu aperto il fuoco, e la prima salva del cannone da 76 colpì la plancia, ferì mortalmente il comandante e il secondo, uccidendo anche uno o due ufficiali subalterni. Da quel momento l'equipaggio era "come una famiglia senza il padre" (fra virgolette nell'originale). Longobardo, prima di morire, diede ordine di abbandonare la nave.

lì LULWORTH stava innaffiando la coperta del CALVI col fuoco delle mitragliere, costringendo gli italiani a stendersi in coperta, ma il battello ottenne un po' di respiro lanciando con i tubi poppieri, il che costrinse la nave a manovrare decisamente per evitare i siluri.

Il LULWORTH accostò e cercò di speronare ma, nonostante le perdite fra i suoi ufficiali e la difficoltà di sapere chi potesse prendere il comando, il CALVI frustrò il suo tentativo per ben due volte. La terza volta, tuttavia, il LULWORTH colpì l'elica di dritta e il sommergibile si fermò di colpo. Il LULWORTH mandò a bordo un picchetto.

Gli uomini del picchetto trovarono la plancia piena di caduti e fuoco in torretta, ma, avendo ordinato agli italiani di andare in coperta a poppa, due di loro entrarono dentro al sommergibile. Le luci di emergenza funzionavano ancora, ed erano appena giunti nella cabina del comandante quando fu loro urlato di ritornare in coperta. La parte poppiera del sommergibile stava rapidamente allagandosi.

A questo punto la tensione si stava facendo sentire per gli italiani. Molti di loro erano raggruppati a poppa in coperta, guardati da alcuni uomini del picchetto, ma due erano ancora dentro. Fu dato l'ordine di abbandonare il battello e quelli in coperta si buttarono a mare o vi finirono quando il battello affondò. La motobarca (del picchetto) era ormeggiata alla battagliola di sinistra ma fu disormeggiata giusto in tempo.

Nel frattempo il LULWORTH aveva preso contatto col sommergibile germanico - gli italiani pensavano che questi avrebbe potuto fare di più per aiutarli - e lo stava attaccando con bombe di profondità con grande sconforto per gli uomini in acqua. Per completare la loro pena essi videro la nave allontanarsi per la caccia e pensarono che sarebbero stati abbandonati. Solo pochi di loro avevano il salvagente. Un marinaio che parlava inglese cominciò a gridare "Help". Un giovane ufficiale, che aveva assistito all'affondamento di un sommergibile inglese, ricordò che era stato possibile trovare i naufraghi perchè essi avevano urlato in coro. Pertanto egli ordinò agli italiani di urlare "Help" tutti insieme e molti degli uomini in acqua furono salvati, sebbene dopo tre o quattro ore. Le perdite furono di più di metà dell'equipaggio. Si pensa che il devastante fuoco delle mitragliere del LULWORTH sia stato la causa principale delle perdite

Il cinquantenne ufficiale del Genio Navale non era fra i superstiti. Fu visto per l'ultima volta in plancia mentre si aggiustava gli occhiali per avere una migliore visione di ciò che stava accadendo e sembra che non abbia fatto alcuno sforzo per essere salvato. Il BIDEFORD e il LONDONDERRY si congiunsero per recuperare i naufraghi e queqt' ultimo prese a bordo due ufficiali. Il comandante del LONDONDERRY era stato amico di un ufficiale italiano quando era stato destinato in Cina dieci anni prima della guerra. I due si erano scambiati dei regali e il comandante del LONDONDERRY tirò fuori dalla tasca un portasigarette d'argento che l'italiano gli aveva donato, con inciso "con molta amicizia; Shanqhai 26.12.29" e glielo mostrò chieoendo loro se, per caso, conoscevano quell'ufficiale. Gli italiani osservarono il portasigarette, lessero l'iscrizione e divennero pallidi. "Sì", risposero: "lo conosciamo. Era il nostro Comandante".

 

 

 

 

 

(Alcuni superstiti hanno riferito, al rientro dalla prigionia, che il Maggiore Maccotta, quando vide salire a bordo il picchetto inglese, ritornò in camera ma-novra per affondare il sommergibile. Dalla relazione inglese sembra di poter dire che effettivamente è quanto successe.Il sommergibile cominciò ad affondare rapidamente dopo, che erano saliti a bordo gli inglesi).

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Be' che dire?

Un'altro episodio glorioso della storia della nostra marineria, commovente, da lacrime, ma dolorosamente vero.

 

Ufficiali e marinai, attenti!

ONORI AL Regio Sommergibile Pietro Calvi!

ONORI AL Suo Comandante Primo Longobardo!

ONORI AI Suoi Gloriosi Caduti!

Ufficiali e marinai, riposo!

:s06: :s06: :s06:

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Visitatore Max "Quarnaro"

Sono questi i post che adoro leggere qui a Betasom, di episodi veri e commeventi, di eroismi dimenticati.

ONORE agli uomini del REGIO SOMMERGIBILE CALVI.

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