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Il Dragamine Rd36 Della Regia Marina Medaglia D'oro Al Vm


walter leotta

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Nel corso del conflitto la Regia Marina assegnò tre medaglie d’oro ad altrettante unità. Se due furono attribuite a navi di un certo valore bellico e quindi, per le loro caratteristiche, destinate a essere protagoniste, la terza invece venne concessa a una unità minore, di seconda o addirittura terza schiera, e fu la sola assegnata per il valore di un atto singolo al contrario delle altre due che - usando termini di paragone tratti dalla cinematografia moderna - invece vennero date “alla carrieraâ€. La prima unità a meritare il riconoscimento fu il vecchio incrociatore corazzato San Giorgio, entrato in servizio nel 1910 mentre la seconda al sommergibile Sciré

 

Tra la storia del San Giorgio e dello Sciré s’inserisce la vicenda del dragamine R.D.36, una delle 52 unità della classe R.D., messa sugli scali alla fine della Prima Guerra Mondiale. Entrato in servizio però a conflitto già terminato, il piccolo dragamine riuscì a sopravvivere fino allo scoppio della nuova guerra. Dopo essere stato danneggiato da aerei britannici nell’agosto del 1941, l’unità - peraltro trasferita alla Guardia di Finanza - raggiunse Tobruk per compiere servizio di dragaggio e scorta ai piccoli convogli costieri.

 

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Come per il San Giorgio, la fine del R.D. 36 coincise con la resa, questa volta però definitiva, della base libica. Nel tardo pomeriggio del 19 gennaio 1943 un gruppo di piccole unità prese il mare nel disperato tentativo di mettersi in salvo. La fuga si concluse al largo di Zuara con l’entrata in scena dei caccia inglesi Javelin e Kelvin. Nonostante la potenza di fuoco avversaria fosse assolutamente indiscutibile il dragamine si lanciò all’attacco nel tentativo di distrarre l’avversario e consentire la salvezza del resto del convoglio. Il sacrificio fu però vano: uno dopo l’altro, in uno spietato tiro a segno, le unità britanniche mandarono a fondo l’intero convoglio.

 

Il risultato finale nulla toglie all’indomita unità, certamente meritevole della massima onorificenza, assegnata anche al capo della flottiglia, il tenente di vascello Giuseppe Di Bartolo, imbarcato proprio sul RD-36: «Dragamine comandato ed armato da personale della Guardia di Finanza, agli ordini del Comandante della Flottiglia, attaccato nella notte del 20 gennaio 1943 da preponderanti forze navali nemiche, correva incontro all'avversario nell'eroico intento di colpire e salvare le altre unità della formazione, fino a trovarsi a portata delle proprie modestissime armi di bordo. Aperto il fuoco, cercava di arrecare al nemico la maggior possibile offesa continuando a sparare, benché colpito più volte, fino a quando soccombeva nell'impari lotta inabissandosi con il Comandante e l'intero equipaggio. Sublime esempio di indomabile spirito aggressivo di sovraumana determinazione e di dedizione al dovere fino al supremo sacrificio».

 

Mediterraneo centrale, 20 gennaio 1943.

 

La cronaca

A oriente di Zuara i caccia inglesi intercettano un gruppo di piccole navi italiane che tenta di allontanarsi da Tripoli, prossima alla caduta.

Il combattimento non è altro che un tiro al bersaglio ad uso e consumo di F61 Javelin e F37 Kelvin che in mezz’ora colano a picco i dragamine RD-31, RD-39, RD-36 e RD-37, quest’ultimi due appartenenti alla Guardia di Finanza, più altre sette piccole unità: i dragamine ausiliari R26 Angelo Musco [1939, 69 t], R224 Cinzia [1941, 71 t], DM12 Guglielmo Marconi [1914, 304 t]; la vedetta V66 Astrea [1914, 136 t]; la cisterna Q6 Irma [1908, 305 t] e la pilotina F113 Scorfano [1924, 308 t] con a rimorchio la barca-pompa S. Barbara [1930, 72 t].

Modificato da walter leotta
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  • 2 years later...

Sto cercando di ricostruire con il maggior dettaglio possibile le circostanze della morte di mio zio Chianale Mario nella notte tra il 19 ed il 20 Gennaio 1943 in quanto marinaio imbarcato sull’RD37 che faceva parte del medesimo convoglio dell' RD36

Per il poco a mia conoscenza ritengo, di parte italiana, che l’esposizione così come da lei fatta, pur nella sua concisione, sia una delle più precise.

Chiedo quindi, se è possibile, di farmi avere indicazioni di quelle che sono le sue fonti in merito.

Mi servirebbe verificare se lo "Scorfano" era come da lei indicato la pilotina F113 di sole 308 tonnellate oppure era una più grossa nave mercantile.

Fonti della GdF dicono che l'RD37 partì da Tripoli alle ore 18,00 di scorta al "piroscafo" Scorfano. Fonti inglesi parlano, descrivendo gli affondamenti di quella notte, di un "merchant vessel " di 2000-4000 tonnellate colpito ed esploso con la sua "torpedo boat escort ".

 

Ringrazio anticipatamente.

Saluti.

 

Armando Savio

 

savio.a@tiscaline.it

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Sto cercando di ricostruire con il maggior dettaglio possibile le circostanze della morte di mio zio Chianale Mario nella notte tra il 19 ed il 20 Gennaio 1943 in quanto marinaio imbarcato sull’RD37 che faceva parte del medesimo convoglio dell' RD36

Per il poco a mia conoscenza ritengo, di parte italiana, che l’esposizione così come da lei fatta, pur nella sua concisione, sia una delle più precise.

Chiedo quindi, se è possibile, di farmi avere indicazioni di quelle che sono le sue fonti in merito.

Mi servirebbe verificare se lo "Scorfano" era come da lei indicato la pilotina F113 di sole 308 tonnellate oppure era una più grossa nave mercantile.

Fonti della GdF dicono che l'RD37 partì da Tripoli alle ore 18,00 di scorta al "piroscafo" Scorfano. Fonti inglesi parlano, descrivendo gli affondamenti di quella notte, di un "merchant vessel " di 2000-4000 tonnellate colpito ed esploso con la sua "torpedo boat escort ".

 

Ringrazio anticipatamente.

Saluti.

 

Armando Savio

 

savio.a@tiscaline.it

 

SCORFANO non era una pilotina (Walter, verrai punito per questo ..). Era un peschereccio d'alto mare, un trawler (piroscafo), uno dei 23 costruiti nel 1924 dai cantieri tedeschi e consegnati ad armatori italiani a titolo di risarcimento per i danni di guerra (I g.m.): quindi una nave oceanica, molto marina. Quattro di questi trawler erano stati poi acquistati negli anni '30 dalla Regia Marina come dragamine/cannoniere: MATTEUCCI, SONZINI, BERTA e BIGLIERI (se ricordo bene), poi anche RAMPINO. Molti altri sono stati requisiti sempre dalla RM nel maggio-giugno 1940, sopratutto come navi-scorta ausiliarie con la sigla F, che sta per pilotaggio Foraneo: di qui l'equivoco con la "pilotina".

Il tonnellaggio era di 308 tonn. di stazza lorda, misurazione applicata alle navi mercantili come era lo SCORFANO: il "dislocamento" con cui si misurano invece le navi militari (ad esempio gli RD) sarebbe maggiore, in questo caso sulle 500 tonn.

 

Per fornire i dati completi devo rientrare, martedì prossimo. Comunque, notizie ed immagini sono sul mio topic "CEFALO (ii) e SOGLIOLA: storia di venti trawlers tedeschi in Italia", a pagina 3 della sezione " Storia - Le Navi".

 

http://www.betasom.it/forum/index.php?show...mp;#entry281159

Modificato da de domenico
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