Marco U-78 Scirè Inviato 10 Novembre, 2006 Segnala Share Inviato 10 Novembre, 2006 Sperando di far cosa gradita, vi metto una piccola scheda del mitico film, che tutti qui a Betasom devono aver visto prima di definirsi: "appasionati" di battelli italiani. :s08: ..."Il Centro Cinematografico del Ministero dell Marina presenta il suo terzo film, Alfa Tau!, (80 min.) diretto da De Robertis (come sempre, essendo opera di anonima "devozione patriottica" manca dei titoli di testa). La pellicola, proiettata alla Mostra di Venezia nel settembre '42 rispecchia con sorprendente sincerita' la situazione bellica e sociale. Mentre il mondo culturale comincia a prendere le distanze dal regime, De Robertis firma un film fascista e patriottico di assoluta lealta', una pellicola certamente migliore del troppo celebrato Uomini sul fondo, ma che verra' commentata con imbarazzo (e piu' spesso "dimenticata") nel dopoguerra per la sua totale adesione al regime. Alfa Tau e' anzi il film piu' bello dell'intera carriera del regista, capace di descrivere con sobrio realismo (gli attori sono ancora veri marinai e gente comune) il lutto e il sacrificio nella prima parte, un quadro complesso e articolato della vita quotidiana sotto le bombe nel pannello centrale e una minuziosa cronaca di guerra in mare aperto nella terza parte. Accanto a un fervido sentimento patriottico e alla simpatia per gli ambienti popolari trovano posto anche alcune acute notazioni politiche, da leggersi tra le righe, di critica al ricco mondo industriale, frivolo e disimpegnato; in tal senso vanno considerati l'intero episodio ambientato nel grande albergo cosi' come la cannoniera che si inceppa nel momento cruciale del combattimento conclusivo, allusione a una produzione bellica inadeguata alla quale i marinai devono rimediare con il loro spirito d'iniziativa. L'ufficiale De Robertis pone in immagini quella concezione virile e antiborghese che il regime aveva inaugurato alcuni anni prima e lo fa con una scrittura compiutamente "neorealista". Le immagini "veritiere" si prestano a veicolare messaggi ideali assai differenti: dipende da quali aspetti della vita si pongono sotto la luce dei riflettori; in ogni caso, piaccia o non piaccia, il "nuovo realismo" filmico in Italia e' generato dal momento drammatico che la nazione vive e si manifesta per la prima volta nel cinema fascista di De Robertis. -SE VUOI LEGGERE I SEGRETI DEL FILM, CONTINUA SOTTO ALTRIMENTI CORRI A NOLEGGIARLO- La prima parte descrive la vita nella base navale dei sommergibili; il clima e' improntato al prevedibile festoso cameratismo (come in Uomini e nella Nave bianca) senonche' presto il lutto cancella ogni facile entusiasmo: dapprima il passaggio di un ferito, poi le gravi notizie della morte di un sottufficiale e dell'affondamento del sommergibile X9. Non e' piu' tempo di rassicurazioni: la dolorosa realta' di una guerra incerta e segnata da numerose perdite non puo' essere nascosta, e' cosa troppo nota. Questa sezione si chiude con una sfida: X3 sostituira' e vendichera' il sommergibile affondato. La parte centrale, la piu' interessante, e' un ricco affresco dell'Italia in guerra. I marinai in licenza vengono a contatto con realta' profondamente differenti. Il comandante passa la sua giornata alla pensione Patria gestita da una burbera e patriottica virago, che gestisce il suo albergo come una caserma: in esso si ascoltano i bollettini di guerra in religioso silenzio, si cena mentre risuona la bellicosa ouverture della Norma belliniana e si incentivano le ragazze ospiti a lavorare per i soldati. Al contrario un altro marinaio si concede una vacanza in un grande e lussuoso albergo nella cui fredda e ovattata atmosfera la guerra sembra quasi assente; la giovane con cui cena ammette il proprio disinteresse per il conflitto: nell'ambito della religione nazionalista professata da questo cinema (vedi il capitolo precedente) e' un' "infedele", una donna materialista, che conduce un'esistenza ambigua e deprecabile; tuttavia, prima della fine dell'episodio, avra' modo di redimersi. La vicenda del marinaio che non ha ancora potuto vedere il proprio bimbo e che torna a casa per vedere finalmente il figlioletto nato dieci mesi prima e' certamente il piu' intenso e commovente (la moglie ha perfino preparato per lui un disco con inciso la voce del piccolo); esso esprime pienamente l'ideale fascista di una semplicita' generosa e popolare, dedita ai valori basilari della famiglia e della nazione. De Robertis dipinge dunque una realta' composita e tutt'altro che entusiasmante: edifici bombardati, continui allarmi aerei, lunghe permanenze nei rifugi, corsa ai pochi mezzi pubblici in funzione. Il film e' quindi sincero, sia nei mezzi espressivi (attori non professionisti che recitano benissimo, esterni reali, montaggio conciso ed efficace), sia nella sfaccettata galleria di personaggi i quali, nella maggior parte, sembrano essersi abituati a convivere con la realta' bellica; senza nascondere il disagio crescente della popolazione, Alfa Tau! cerca di compensarla attraverso il generale senso di fiducia, di stoico senso del dovere che pervade l'opera e che l'autore spera di comunicare agli spettatori. Alle "rassicurazioni" presenti nei film dell'anno precedente ora si sostituisce questo implicito appello alle forze vitali della nazione, affiche' nel difficile momento collaborino e non si lascino risucchiare da un'improduttiva e dannosa indifferenza. La terza parte si svolge in mare ed e' una vivace cronaca bellica, composta da tanti microepisodi; essa culmina nell'avvincente scontro vittorioso (Alfa Tau significa in codice vittoria) contro il sommergibile inglese che presumibilmente aveva affondato l'X9. In particolare De Robertis non esita a introdurre un episodio di fraterna collaborazione tra i marinai del sommmergibile italiano e quelli di un U-Boot tedesco (viene affidato a questi ultimi che stanno tornando alla base un malato grave), episodio che suona come un muto rimprovero a quell'opinione pubblica che prova naturale (e spesso giustificata) diffidenza nei confronti del prepotente alleato nazista. Nel breve epilogo si ritorna circolarmente alle immagini iniziali: un marinaio bussa alle singole stanze per avvisare che e' ora di imbarcarsi; la dura routine della guerra continua. L'adesione di De Robertis alla linea politica e militare del fascismo appare dunque totale (i saluti romani si sprecano nel film) e risulta tanto piu' efficace poiche' il film e' bello, popolato da personaggi umanamente convincenti e raccontato con piglio asciutto. Da notare al riguardo l'abilita' del regista nell'uso del montaggio per attrazione con cui opera una serie di efficaci ellissi, donando al film un andamento conciso e veloce (dote rara nel cinema italiano coevo): una farfalla che vola diviene un indumento gettato su un letto, una discesa sciistica si trasforma nella fotografia di un sciatore, un gruppo di donne che si accalca dietro una porta diviene un gruppo di donne che saluta. Il cineasta "dilettante" De Robertis mostra di essersi familiarizzato con i "segreti" del linguaggio filmico. :s15: fonte:giusepparausa Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Totiano* Inviato 11 Novembre, 2006 Segnala Share Inviato 11 Novembre, 2006 film meraviglioso (anche se continuo a preferire uomini sul fondo). mi è sempre rimasto un dubbio, da dove stanno operando? cosi a naso direi dalla costa dalmata (pola o fiume...) voi che ne dite? Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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